Il coraggio del marito: «Ce la faremo»
Aperte 3 inchieste, procedure sotto esame

Grande dolore per la mamma e la bimba morte martedì all’ospedale di Alzano. « È difficile comprendere un fatto del genere, perché Robertine stava bene» dice il marito della donna. Aperte tre inchieste.

«La nostra terza bimba l’avremmo chiamata Zerrab Rachida. Il suo futuro sarebbe stato qui in Italia, come speravamo per tutta la nostra famiglia. È difficile comprendere un fatto del genere, perché Robertine stava bene». Fatica a parlare Youssouf Guira, in Italia conosciuto come Beppe. La sua casa, al primo piano di via Bugattone 2 a Torre Boldone, è un continuo viavai di connazionali del Burkina Faso. Uomini e donne con gli abiti tradizionali africani. E anche tanti bimbi.

 Papà Youssouf non vuole entrare nel merito di quanto accaduto martedì pomeriggio nella sala parto dell’ospedale di Alzano Lombardo dove, nel giro di pochi minuti, un parto che pareva procedere regolarmente, si è invece trasformato in un dramma: Robertine avrebbe dovuto partorire, secondo i medici, in maniera naturale, come era avvenuto per la primogenita. La seconda bimba era nata invece con il cesareo: un aspetto che dovranno chiarire le indagini riguarderà proprio la scelta del parto naturale per la terzogenita. Anche perché poi, quando la situazione è precipitata, Robertine è stata sottoposta a un cesareo d’urgenza, ma la piccola Zerrab Rachida è nata morta. Poco dopo anche la trentaseienne è andata in arresto cardiorespiratorio ed è stata rianimata. Trasportata d’urgenza al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è morta poco dopo.

Intanto sono tre le inchieste aperte per far luce sulla morte della mamma e della bimba: una è stata aperta dalla procura, la seconda dalla stessa struttura ospedaliera di Alzano e la terza da Ats Bergamo, su richiesta della Regione. Nelle prossime ore il magistrato aprirà un fascicolo per duplice omicidio colposo e nel quale potrebbero essere iscritti i nomi di alcuni medici e del personale sanitario che hanno avuto a che fare con madre e figlioletta: un atto dovuto, per consentire ai possibili indagati di nominare un consulente in vista dell’autopsia, esame che il sostituto procuratore ritiene fondamentale e che rappresenta il primo passo per tentare di risalire a eventuali responsabilità.

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