«Morti mamma e fratello a Piario
E adesso voglio vederci chiaro»

C’è un’aria gelida all’ospedale di Piario. Il rumore dell’irrequieto Serio e il cielo cupo fanno da contorno a una domenica silenziosa, segnata dal muto via vai pomeridiano dei familiari dei degenti.

La bufera che avvolge il nosocomio sulle morti sospette, sfociata nell’iscrizione nel registro degli indagati - al momento - di un’infermiera per omicidio preterintenzionale non si è placata, ma molti qui in valle hanno scelto di tenere la bocca chiusa. «Nessuna omertà - dice una donna -, ma se non sappiamo cosa sia accaduto realmente non possiamo esprimerci». I numeri però parlano già e molto: 89 cartelle cliniche sequestrate dai carabinieri di Clusone relative ad altrettanti decessi. Morti che gli inquirenti si chiedono se siano riconducibili all’utilizzo di valium, tranquillanti e psicofarmaci spariti da un reparto.

Siamo a Valcanale dove una famiglia ha perso nel giro di dodici mesi due persone, la madre e un figlio. Qui si chiamano tutti Zucchelli, ma «il Benvenuto» lo conoscono tutti. Sua moglie Gabriella Belotti è morta il 6 dicembre 2014, il figlio Dario, autista di bus all’aeroporto, è deceduto il 17 novembre scorso. Tutti e due all’ospedale di Piario. Parla la figlia Lucia: «Abbiamo chiesto sia per la mamma Gabriella che per Dario di acquisire le cartelle cliniche. Con questo non vogliamo assolutamente colpevolizzare nessuno: né medici o infermieri, né altri dell’ospedale di Piario. Però vogliamo vederci chiaro. Quando ho letto quelle notizie sui giornali sono rimasta di sasso».

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