Passeggiate genitori-figli: è polemica
Bergamo, scatta il divieto in alcuni Comuni

Fa discutere l’indicazione del Viminale. Fontana: In Lombardia non cambierà nulla. Il ministero precisa: «Sugli spostamenti le regole non cambiano, con i figli solo uscite necessarie».

«Spero che i cittadini ignorino questa folle, insensata e irresponsabile circolare, che stiano a casa e organizzino giochi con i propri figli». Lo ha detto l’assessore al Welfare Giulio Gallera in merito al provvedimento del Viminale che autorizza la passeggiata genitori-figli. Come Lombardia «vedremo se c’è la possibilità di emanare ordinanze che la vanifichino. Lo valuteremo con il presidente Attilio Fontana», ha aggiunto Gallera, in collegamento con Italia 7 Gold nella mattinata di mercoledì 1 aprile.

La circolare del Viminale «io la revocherei, spero venga revocata» ha spiegato Gallera. «È un problema dei messaggi. Il messaggio che dobbiamo dare i cittadini è che la strada è ancora lunga. È faticoso ma bisogna resistere, perché di morti ne abbiamo visti troppi, non possiamo da una lato piangerli e dall’altro dare questi messaggi», ha concluso l’assessore.

«Siamo a metà del cammino che dobbiamo compiere, se il virus è rallentato è perché siamo stati in casa con i nostri figli. Se oggi arriva una circolare che dice ognuno può uscire con propri figli, basta che sia a 200 metri da casa, rischiamo di avere tanta gente in giro, come 12 giorni fa, e di vanificare gli sforzi fatti perché il virus non chiede il permesso a nessuno.Dobbiamo stare a casa almeno 15 giorni»,ha detto l’assessore lombardo».

«In Lombardia non cambierà nulla rispetto a ciò che è contenuto nella mia ordinanza valida fino al 4 di aprile. Se esco con mio figlio senza motivazione valida e senza rispettare le distanze dagli altri, si rischia la multa. Capisco che sia una cosa brutta, ma bisogna cerare di limitarsi il più possibile». Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, collegandosi con Cento Città, su Rai Radio 1 questa mattina, commentando la circolare di ieri del Viminale. «Anche perché - ha aggiunto Fontana - poi è un passo mettere insieme l’amichetto del bimbo o fare quattro chiacchiere con l’altra mamma. E diventa una catena che, se non c’è una stretta iniziale, rischia di diventare troppo lunga».

Intanto il Viminale ha precisato: «Le regole sugli spostamenti non cambiano. La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. In particolare, è stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute».

Il sindaco di Alzano, Camillo Bertocchi, ha vietato le passeggiate: in uno dei paesi più colpiti in Bergamasca dal coronavirus si teme una nuova ondata di contagi.«Ho chiesto alla Polizia Locale di disapplicare l’interpretazione (circolare) del Ministero dell’Interno sulla possibilità di passeggiate - scrive il primo cittadino in un post su Facebook -, sia perché non in grado di intervenire sull’ordinanza regionale 21.03.2020 attiva fino al prossimo 15 aprile, sia perché non in grado di incidere sull’attività di vigilanza della Polizia Locale, che resta in capo al Sindaco. Chiarezza, fermezza e tempestività continuano ad essere principi imprescindibili per la lotta al covid e non intendiamo disorientare i cittadini con continui cambiamenti di regole. Salvo quindi atti coercitivi superiori che dovessero essere imposti al sottoscritto, ad Alzano non si intende modificare nulla di ciò che è in vigore e la Polizia Locale sanzionerà chiunque violi le regole».

Anche il sindaco di Nembro è contrario e proroga i divieti fino al 15 aprile così come quello di Cisano, Andrea Previtali, è contrario al provvedimento del Viminale: «A Cisano Bergamasco non verrà applicata e sarà ancora valida l’ordinanza del 21.03.2020 della Regione, attiva fino al 15 aprile. Per combattere il Coronavirus servono ora più che mai chiarezza e fermezza (soprattutto nello stato di emergenza in cui si trova la nostra Provincia di Bergamo) e non intendiamo disorientare i cittadini con continui cambiamenti di regole. Salvo quindi atti coercitivi superiori che dovessero essere imposti al sottoscritto, ad Cisano non si intende modificare nulla di ciò che è in vigore e la Polizia Locale sanzionerà chiunque violi le regole».

Secondo il sindaco di Scanzorosciate, Davide Casati, si sta facendo invece tanto rumore per nulla: «La circolare nazionale dice: “un solo genitore può camminare coi figli minori purché in prossimità della propria abitazione” (tipo i 200mt per chi ha il cane e non ha il giardino)..In Lombardia abbiamo un’ordinanza del 21/3 che ad oggi vige ancora e visto che non c’è ancora il DPCM (deve uscire in applicazione del Decreto Legge 26marzo e che farà cessare l’efficacia dell’ordinanza) l’ordinanza regionale prevale quindi anche a Scanzorosciate il tema in questi giorni non si pone. Rimane vietato fare jogging. Se nei pressi dell’abitazione una mamma porta fuori il proprio bambino per respirare un po’ è sempre stato possibile».

Molto netta la posizione di Alberto Mazzoleni, vicepresidente nazionale Uncem, l’Unione nazionale Comuni e Comunità Montane : «La decisione del Viminale di permettere ai bambini di uscire accompagnati, anche solo per tragitti brevi, non mi convince affatto. Non è così che garantiamo sicurezza pubblica e ci difendiamo dal contagio. Non possiamo certo permetterci di vanificare, anche minimamente, gli sforzi che da oltre un mese stiamo facendo, in particolare nei territori lombardi, nelle valli, nei Comuni dove ogni giorno si contano, si piangono morti».

«Ai miei figli, come migliaia di altri genitori – prosegue – ho spiegato perché stiamo in casa, a cosa serve questo collettivo sacrificio. Lo hanno capito. Sono loro stessi a voler stare in casa. Ecco perchè chiedo non si applichi quanto nelle scorse ore scritto dal Viminale. Come chiarito anche dal Ministro dell’Interno al Presidente Fontana, vale l’ordinanza maggiormente restrittiva di Regione Lombardia. Stare in casa è la sola arma che ciascun cittadino ha per opporsi al contagio, per limitarlo e azzerarlo. Dobbiamo esserne certi e ringraziare il personale medico, infermieristico, ospedaliero che ogni giorno lavora negli ospedali. Ringrazio anche i Sindaci e gli Amministratori locali, a nome di tutta Uncem, per la determinazione e per l’impegno fortissimo. Uncem, tutti noi, siamo vicini alle famiglie che piangono dei loro cari. Ci uniamo nella preghiera a loro, anche alle comunità di Sindaci e Amministratori che in questi giorni sono andati avanti. Li ringraziamo. Con fiducia sappiamo che saranno un esempio e la loro testimonianza non muore».

«Chiedo al Governo, a tutti i rappresentanti istituzionali – aggiunge ancora il vicepresidente Uncem – di ascoltare le istanze e le proposte dei sindaci, delle nostre Associazioni. Sono preziose per l’oggi e per il futuro, per la gestione del post emergenza. Abbiamo bisogno di speranza e dai Sindaci viene un grande esempio di coesione, di unione nelle comunità. Sui servizi nelle aree montane, i Sindaci chiedono alle Istituzioni di fare di più. Di permettere ad esempio, la consegna a domicilio di beni, alimentari e non solo. Penso alle ferramente, ad altre necessità che nei territori, stando a casa, abbiamo e che gli esercizi commerciali di prossimità possono garantire. Sia permesso loro di operare, di portare a casa i pacchi ordinati, con un’e-commerce di prossimità che ci fa bene, che serve alle famiglie e fa bene all’economia dei paesi. Non lasciamo morire queste attività. Su questo fronte dovremo lavorare moltissimo nel post-emergenza, valle per valle, regione per regione, comune per comune. Uncem sarà pronta a fare proposte e a sedere nelle task-force che dovranno occuparsi di rilancio dell’economia e dei servizi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA