Nel cuore verde della Valtaro
fra borghi antichi e tradizioni

Si dice che il senso del cammino non sia la meta, ma lo stesso procedere con lentezza e dolcemente. Di certo questo è il modo migliore per scoprire angoli nascosti e unici della nostra penisola, piccole perle di solito snobbate dal turismo di massa che, proprio per questo, ti garantiscono la possibilità di rigenerarti in una manciata di giorni. A poco meno di tre ore di strada da Bergamo c'è la Valtaro, collocata geograficamente nell'Appennino parmense, la valle si trova in realtà a cavallo di tre regioni, Emilia Romagna, Toscana e Liguria.

In passato, dunque, è stata soprattutto una zona di passaggio per mercanti e pellegrini - diretti ad uno dei tanti passi che raccordavano la regione padana alla Lunigiana e al territorio genovese - che ha saputo però conservare un giusto mix di culture, dialetti e tradizioni. Conosciuta quasi esclusivamente come zona di funghi porcini - il “Fungo di Borgotaro, è l'unico in Italia ad avere ottenuto il riconoscimento europeo IGP (indicazione geografica protetta) –grazie anche ad un'avveduta politica di promozione turistica dei comuni di Albareto, Bedonia, Berceto, Borgotaro, Compiano e Tornolo, la Valtaro offre oggi un ventaglio di opportunità che possono incuriosire qualsiasi viaggiatore. Boschi estesi e rigogliosi, valli incantevoli attraversate da abbondanti corsi d'acqua e poco frequentate, sentieri e piste ciclabili a parte, però, la vera sorpresa sono proprio i sei borghi.

A cominciare da Borgotaro, un paesino di poco più di settemila abitanti: la “capitale” della valle (www.comune.borgo-val-di-taro.pr.it) mantiene un impianto viario medioevale e conserva tra i suoi tesori quel Palazzo Boveri dalla facciata ricca di stucchi e cartigli realizzata per ospitare per un'unica notte la neo-regina Elisabetta Farnese durante il tragitto che l'avrebbe portata in Spagna a raggiungere il marito Filippo V, sposato per procura a Parma. A Bedonia merita una visita il seminario vescovile, sorto accanto alla Basilica della Madonna di San Marco, oggi è un vero e proprio polo museale con la pinacoteca “Parmigiani”, il museo di storia naturale e quello archeologico, il planetario e la biblioteca con testi che risalgono al cinquecento.

Uno tra i borghi più belli d'Italia è invece Compiano, arroccato su un promontorio montuoso e circondato da mura, il piccolo scrigno racchiude un'incantevole castello (in un'ala è stato ricavato un romantico hotel di 13 camere, www.lavecchiacompiano.com) che conserva collezioni di antiquariato, cineserie e una raccolta di documenti e cimeli massonici, unica in Italia. Qualche passo più in là, lungo la via acciottolata del paesino c'è il museo degli “Orsanti”, nato dall'iniziativa di Maria Teresa Alpi, un'eccentrica signora affascinata dalle genti dell'Appennino parmense che, costrette a emigrare in paesi lontani, si guadagnavano da vivere suonando e mettendo in mostra scimmie, orsi e cammelli più o meno addestrati (www.museogliorsanti.it aperto da aprile a ottobre). E se Albareto e Tornolo offrono l'occasione di praticare la pesca sportiva, a Berceto ci si può mettere in marcia su un tratto della più importante strada medioevale europea, la via Francigena, percorsa in passato da migliaia di pellegrini in viaggio verso Roma. Dopo tanta attività è d'obbligo tornare al punto di partenza, per permettersi, e senza troppi rimorsi, una sosta nella pasticceria Steckli di Borgo Val di Taro (www.steckli.it).

Il cognome non è evidentemente locale, ma appartiene ad una famiglia di pasticcieri e droghieri provenienti dall'Engadina che, negli anni '20, si trasferirono nella Valtaro con tanto di dolce tipico al seguito. L'Amor, così si chiama il pasticcino, è una botta calorica dalla crema delicata e golosa, e dagli ingredienti ancora oggi segretamente custoditi – nonostante la pasticceria sia passata in mani locali - a cui il paese dedicata una vera e propria festa in occasione del giorno di San Valentino.

Mariagrazia Mazzoleni

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