Da Modigliani passando per Canaletto e Arcimboldi. Più di 300 opere d'arte salvate per un valore di 25 milioni di euro. E fra queste c'è anche un famoso «Bacio» di Hayez. L'indagine della Guardia di Finanza riguarda presunte irregolarità fiscali nell'emersione di capitali all'estero. L'indagato, ora agli arresti domiciliari, è un imprenditore d'arte bergamasco di 60 anni, Gianfranco Cerea, collezionista o presunto tale molto noto in città dove è residente. Sequestrati beni artistici del valore di 25 milioni di euro. Il celebre «Bacio» di Francesco Hayez, icona del Risorgimento italiano e uno dei più conosciuti dipinti tra il grande pubblico: ci sono quattro versioni, una delle quali battuta all'asta di Cristies nel 2016 per 1 milione e 800 mila euro, e una di queste è proprio quella che si trova in Piemonte in una collezione privata, appunto, quella sequestrata. I provvedimenti sono il frutto di indagini tese a far luce sulla procedura di collaborazione volontaria, nota come voluntary disclosure, a cui l'indagato ha fatto ricorso per fare emergere le proprie disponibilità detenute oltre confine. Ma la richiesta fu fatta a pochi giorni dall'avvio di una verifica fiscale nell'ottobre 2015, cosa non consentita. Ha deciso di ricorrere alla voluntary, per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d'arte, dicendo di essere un collezionista. Le indagini, anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze, ha consentito di raccogliere una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni. L'uomo si sarebbe definito collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo invece secondo gli inquirenti la sua reale posizione di mercante nel settore delle opere d'arte. Per commercializzare sculture e dipinti d'autore agiva infatti anche attraverso società nazionali ed estere. L'uomo deve anche rispondere di autoriciclaggio, per aver ceduto ad una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, gran parte delle opere, ad un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro. Sotto sequestro sono finiti 77 pezzi tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez, Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini, e beni fino alla cifra di 11 milioni di euro, ossia il profitto del reato di autoriciclaggio contestato. Bloccati anche i conti correnti dell'imprenditore e ulteriori 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro, Baschenis.
Da Modigliani passando per Canaletto e Arcimboldi. Più di 300 opere d'arte salvate per un valore di 25 milioni di euro. E fra queste c'è anche un famoso «Bacio» di Hayez. L'indagine della Guardia di Finanza riguarda presunte irregolarità fiscali nell'emersione di capitali all'estero. L'indagato, ora agli arresti domiciliari, è un imprenditore d'arte bergamasco di 60 anni, Gianfranco Cerea, collezionista o presunto tale molto noto in città dove è residente. Sequestrati beni artistici del valore di 25 milioni di euro. Il celebre «Bacio» di Francesco Hayez, icona del Risorgimento italiano e uno dei più conosciuti dipinti tra il grande pubblico: ci sono quattro versioni, una delle quali battuta all'asta di Cristies nel 2016 per 1 milione e 800 mila euro, e una di queste è proprio quella che si trova in Piemonte in una collezione privata, appunto, quella sequestrata. I provvedimenti sono il frutto di indagini tese a far luce sulla procedura di collaborazione volontaria, nota come voluntary disclosure, a cui l'indagato ha fatto ricorso per fare emergere le proprie disponibilità detenute oltre confine. Ma la richiesta fu fatta a pochi giorni dall'avvio di una verifica fiscale nell'ottobre 2015, cosa non consentita. Ha deciso di ricorrere alla voluntary, per regolarizzare un ingente patrimonio in opere d'arte, dicendo di essere un collezionista. Le indagini, anche attraverso intercettazioni telefoniche, accertamenti bancari, perquisizioni e assunzione di testimonianze, ha consentito di raccogliere una serie di elementi per ritenere la procedura di emersione viziata da false attestazioni. L'uomo si sarebbe definito collezionista per versare al Fisco un importo ridotto, nascondendo invece secondo gli inquirenti la sua reale posizione di mercante nel settore delle opere d'arte. Per commercializzare sculture e dipinti d'autore agiva infatti anche attraverso società nazionali ed estere. L'uomo deve anche rispondere di autoriciclaggio, per aver ceduto ad una sua cliente, la cui posizione è attualmente al vaglio degli inquirenti, gran parte delle opere, ad un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro. Sotto sequestro sono finiti 77 pezzi tra i quali dipinti di noti artisti come Hayez, Brueghel, Vanvitelli, Manzoni, Fontana e Boldini, e beni fino alla cifra di 11 milioni di euro, ossia il profitto del reato di autoriciclaggio contestato. Bloccati anche i conti correnti dell'imprenditore e ulteriori 200 tra quadri e sculture di autori del calibro di Canaletto, Modigliani, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro, Baschenis.