Ha atteso nel garage sotterraneo che rientrasse dal lavoro e l'ha aggredita a morte. Due coltellate fatali per Marisa Sartori, 25 anni, che è rimasta riversa a terra, vicino alla porta dell'autorimessa dove stava cercando la fuga. Accoltellata anche la sorella Deborha, che l'ha accompagnata a casa. È gravissima in terapia intensiva al Papa Giovanni. Ma è riuscita a scappare alla furia dell'uomo. È stata trovata agonizzante sul pianerottolo fuori casa. Un femminicidio maturato ancora una volta nel contesto familiare. Ad aggredire la donna e la sorella è stato l'ex marito della vittima, Ezzedine Arjoun, tunisino di 35 anni che la giovane aveva sposato sette anni fa contro il volere della famiglia che si era opposta a questo amore con tutte le forze. Nel tempo il rapporto si era consumato. Minacce, violenze psichiche e verbali. Un rapporto di sudditanza che l'ex marito, con precedenti per uso e spaccio di droga, pensava di poter comunque ancora recuperare. Il 14 gennaio Marisa esasperata si è separata legalmente dal marito, ma già da tempo lo aveva lasciato ed era andata a vivere con i genitori, nella casa comunale di via IV Novembre dove si è consumato il delitto. Martedì scorso il suo avvocato aveva presentato denuncia in Procura per chiedere una misura a tutela della ragazza che si era rivolta al Centro Antiviolenza Aiuto Donna, accompagnata dalla mamma Giusy e dalla sorella. L'uomo ha atteso in garage. Sull'auto ormai in disuso della mamma di Marisa aveva messo un bigliettino con scritto «Ti amo». È arrivato già armato con un coltello da cucina. Quando le donne sono scese dall'auto ci sarebbe stata una discussione. Lui ha offeso l'ex moglie ordinandole di tornare da lui. Deborha, che in questo periodo era l'ombra della sorella e la stava aiutando a gestire la situazione, ha difeso Marisa. Ha cercato di allontanare l'uomo, che era ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti. Gli avrebbe urlato di sparire, che Marisa ormai aveva una altro uomo. E forse proprio questa frase potrebbe aver fatto scattare la furia omicida dell'ex marito che ha iniziato ad affondare profondi fendenti all'addome delle due donne. Poi è fuggito. Ha gettato il coltello nei prati vicino al luogo del delitto ed è stato poi ritrovato dai carabinieri nel pomeriggio. Ed è andato alla caserma a costituirsi. (Servizio di Simona Befani)
Ha atteso nel garage sotterraneo che rientrasse dal lavoro e l'ha aggredita a morte. Due coltellate fatali per Marisa Sartori, 25 anni, che è rimasta riversa a terra, vicino alla porta dell'autorimessa dove stava cercando la fuga. Accoltellata anche la sorella Deborha, che l'ha accompagnata a casa. È gravissima in terapia intensiva al Papa Giovanni. Ma è riuscita a scappare alla furia dell'uomo. È stata trovata agonizzante sul pianerottolo fuori casa. Un femminicidio maturato ancora una volta nel contesto familiare. Ad aggredire la donna e la sorella è stato l'ex marito della vittima, Ezzedine Arjoun, tunisino di 35 anni che la giovane aveva sposato sette anni fa contro il volere della famiglia che si era opposta a questo amore con tutte le forze. Nel tempo il rapporto si era consumato. Minacce, violenze psichiche e verbali. Un rapporto di sudditanza che l'ex marito, con precedenti per uso e spaccio di droga, pensava di poter comunque ancora recuperare. Il 14 gennaio Marisa esasperata si è separata legalmente dal marito, ma già da tempo lo aveva lasciato ed era andata a vivere con i genitori, nella casa comunale di via IV Novembre dove si è consumato il delitto. Martedì scorso il suo avvocato aveva presentato denuncia in Procura per chiedere una misura a tutela della ragazza che si era rivolta al Centro Antiviolenza Aiuto Donna, accompagnata dalla mamma Giusy e dalla sorella. L'uomo ha atteso in garage. Sull'auto ormai in disuso della mamma di Marisa aveva messo un bigliettino con scritto «Ti amo». È arrivato già armato con un coltello da cucina. Quando le donne sono scese dall'auto ci sarebbe stata una discussione. Lui ha offeso l'ex moglie ordinandole di tornare da lui. Deborha, che in questo periodo era l'ombra della sorella e la stava aiutando a gestire la situazione, ha difeso Marisa. Ha cercato di allontanare l'uomo, che era ubriaco e sotto l'effetto di stupefacenti. Gli avrebbe urlato di sparire, che Marisa ormai aveva una altro uomo. E forse proprio questa frase potrebbe aver fatto scattare la furia omicida dell'ex marito che ha iniziato ad affondare profondi fendenti all'addome delle due donne. Poi è fuggito. Ha gettato il coltello nei prati vicino al luogo del delitto ed è stato poi ritrovato dai carabinieri nel pomeriggio. Ed è andato alla caserma a costituirsi. (Servizio di Simona Befani)