Atalanta, senza strafare e senza soffrire: come le grandi
L’ANALISI. L’Atalanta supera l’insidia Empoli e capitalizza al meglio un turno che poteva essere favorevole, ma non era scontato lo fosse.
L’ANALISI. L’Atalanta supera l’insidia Empoli e capitalizza al meglio un turno che poteva essere favorevole, ma non era scontato lo fosse.
L’ANALISI. Quella con la Fiorentina è probabilmente (insieme con quella con la Lazio) la rivalità più accesa sviluppata dall’Atalanta nella sua storia recente.
CALCIO. Lisbona e Torino. Quando i pareggi pesano. Non tanto per quello che valgono in assoluto, ma per quello che rappresentano al di là del punteggio.
IL COMMENTO. Così fa male. C’è poco da girarci attorno. Perché i fedelissimi bergamaschi che anche domenica 3 marzo contro il Bologna hanno riempito il Gewiss Stadium ormai si erano fatti la bocca buona, dopo sette vittorie consecutive in 99 giorni nel fortino di viale Giulio Cesare.
IL PUNTO. Un po’ di sogni per insaporire la pietanza abbinata alla polenta del pranzo domenicale. Era giusto l’una di ieri quando Marco Brescianini – centrocampista del Frosinone, bresciano di Erbusco nato in Bergamasca, a Calcinate, e cresciuto nel Milan – ha portato in vantaggio i suoi a Torino.
La quarta della Serie A che batte in casa un’avversaria in zona retrocessione. Il numero 3 del tennis mondiale, trionfatore del primo Slam dell’anno, che vince un torneo Atp 500. Importante, ma senza altri big del suo livello. Ci sono vittorie che sembrano banali, quando in realtà a renderle tali è il valore di chi le ottiene.
IL COMMENTO. Però, questa Atalanta! «Però», a pensarci bene, è una delle parole più strane della lingua italiana. Pur nascendo come congiunzione dal significato profondamente avversativo, può diventare esclamazione che esprime ammirata sorpresa, con un’evoluzione che rispecchia curiosamente quella vissuta dall’Atalanta nel corso di questa stagione.
L’ATALANTA. Nella sera in cui l’Inter allunga le mani sul campionato , anche la corsa per l’ultimo posto Champions esprime un orientamento definito. E lasciamo stare la scaramanzia: sarebbe fare un torto a questa Atalanta, che ha messo sotto la Lazio dandole una lezione di ritmo e di gioco.
Era una speranza, anche abbastanza concreta visto il calendario. Ma guardare la classifica della Serie A ieri sera – dopo che la Fiorentina è stata battuta in casa dall’Inter e in precedenza la Lazio non era riuscita ad aver ragione del Napoli – faceva un bell’effetto.
L’ANALISI. «Prendi i soldi e scappa». Maurizio Sarri non sarà magari il massimo della simpatia, ma ha il grande dono di essere diretto e sincero, merce rara nel calcio di oggi. E siccome voce dal sen fuggita – ci insegna Metastasio ma prima ancora di lui Orazio – poi richiamar non vale, ecco che l’uscita del tecnico laziale diventa slogan iconico per la Supercoppa italiana.
Una partita lunga 50 giorni. L’Atalanta ripone sotto il cuscino i sogni di coppa (Italia o Europa non fa differenza, e già questo dà l’idea di quanto è stato fatto finora: per scegliere ci sarà tempo) e fino ai primi di marzo torna a dedicarsi completamente al campionato. Che in questo avvio di girone di ritorno sembra strizzarle l’occhio, quasi ne volesse richiamare le attenzioni sentendosi un p…
Vivere alla giornata. Senza lasciare per strada nemmeno le briciole. Senza fare regali nemmeno nel Christmas Match, la partita di Natale. In una corsa per l’Europa mai così affollata e combattuta, la sfida di questa sera al Gewiss Stadium con la Salernitana ultima della classe per l’Atalanta è un’occasione da non sprecare.
L’ANALISI. C’è lo slalom e c’è la discesa libera. Più che discipline sciistiche sono filosofie, modi di affrontare la vita. Lo slalom è tecnica, fantasia, improvvisazione. La discesa libera è cuore, coraggio, adrenalina. Capacità di stringere i denti quando un dolore ti consiglia di fermarti e le sollecitazioni sono massime.
IL PUNTO. La leggenda (perché di questo si tratta, come dimostrato dalla scienza) è nota: il calabrone, per massa corporea e forma tutt’altro che aerodinamica, non potrebbe volare, ma lui non lo sa e vola.
È talmente genuino, il sorriso di Jannik Sinner e degli altri ragazzi che hanno riportato la Coppa Davis in Italia 47 anni dopo la storica (per tanti motivi) finale di Santiago del Cile, da disinnescare qualsiasi tentativo di eccedere nella retorica.
Altro che piazza d’onore. Enzo Ferrari era tranchant: «Il secondo è il primo dei perdenti», recita uno dei suoi slogan più iconici. In realtà, il menu della domenica ci racconta che nello sport è un po’ come a tavola. Ci sono secondi (intesi come piazzamenti) gustosi e appaganti. Altri senza infamia né lode: fanno il loro, ma i manicaretti sono altri. Altri ancora magari anche saporiti, ma che ti…