Quel gancio in mezzo al cielo, «Giulia fu un inno alla vita»

SERIATE. Quinta edizione dello spettacolo che raccogli fondi per la onlus dedicata alla ragazza. Una testimone di fede. In corso causa di beatificazione.

Il pensiero che io possa diventare strumento nelle mani di Dio mi dà una grande gioia. Io sento che devo fare qualcosa per i giovani perché anche loro possano capire che, veramente, senza il Signore noi non siamo niente, siamo meno della polvere su un mobile vecchio». La voce recitante del Teatro Prova, nel teatro Gavazzeni, dava intensità alle parole di Giulia ragazzina di 14 anni morta per tumore dopo due anni di sofferenza.

Diceva ancora: «A un certo punto nella vita cambia tutto, il bello diventa diverso, la vita è più dura. La sofferenza. Le persone intorno a me mi dicono, dai che ce la fai, allora penso che sono importante per loro». Altro frammento: «Mi chiamano dappertutto a dare testimonianze e non so neppure io da dove mi viene la forza di andare. Penso che il Signore mi guida, io faccio quello che Lui mi dice, e basta».

Per Giulia Gabrieli morta 13 anni fa è in corso la causa di beatificazione e il processo è in corso a Roma, come ha aggiornato il postulatore don Mattia Tomasoni. Teatro al completo per la 5ª edizione dello spettacolo multiforme (danza, teatro, cori, cantanti, dialoghi) «Un gancio in mezzo al cielo» promosso da Manuela Rampinelli di Skandia con collaborazioni e sponsor, per raccogliere fondi a favore dell’associazione «Con Giulia» onlus, presenti i genitori di Giulia, Sara e Antonio, e per la prima volta il fratello Davide e la migliore amica Chiara.

La migliore amica

«Ringrazio il Signore per avermi dato un’amica così, sempre pronta. È importantissima per me» appuntava Giulia. Chiara si è recentemente sposata al santuario della Madonna di Stezzano: «Perché era un luogo speciale per Giulia. E lei era lì quel giorno, e ci ha abbracciati. Io sempre parlo con lei, mi affido a lei: è un’amicizia per sempre la nostra».

Il fratello

Di Davide ha colpito la sua frase, di 13 anni fa, Giulia era da poco morta, lui aveva 9 anni, che sentendo la disperazione di una persona al telefono con sua mamma ha detto: «Chi si dispera è perché non ha conosciuto Giulia». E ieri sera ha continuato: «La nostra quotidianità familiare vissuta in maniera serena, e la capacità di affrontare le difficoltà con lo spirito giusto, sono doni di Giulia».

Ha aperto la serata l’assessore alla Cultura Antonella Gotti: «Giulia una ragazza normale e allo stesso tempo straordinaria, solare, dal bellissimo sorriso, che è riuscita a trasformare la sua malattia in un inno alla vita». E hanno cominciato a fluire sul palco le danzatrici di «Artedanza» di Gorlago dirette da Cristiana Perasti, le attrici di Teatro Prova Francesca Poliani e Giusi Marchesi, il Minicoro di Monterosso diretto da Silvana Conversano, il coro «InCanto» di Longuelo diretto da Dario Natali peraltro anche direttore musicale dell’intrattenimento, il giornalista Fabio Finazzi, cantanti, musicisti, e la bambina Giulia arrivata direttamente dal reparto di oncologia infantile dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che con Michele Quarti ha cantato «Supereroi». Diceva Giulia Gabrieli: «I medici sono supereroi perché tutti i giorni salvano vite umane, anche di sconosciuti». La conclusione, un infinito ritornello di «Strada Facendo» altro motivo molto caro a Giulia.

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