La carica dei 323 candidati sindaci. Ballottaggi? Se ne parla solamente in tre città. Oggi l’inserto con tutte le liste

ELEZIONI. Sostenuti da 351 liste. Dati ancora in flessione rispetto a cinque anni fa. Le donne sono in tutto 63. Molte compagini ufficializzate al «fotofinish». In 46 Comuni un solo aspirante primo cittadino: obiettivo quorum

Un totale di 323 candidati sindaci e 351 liste, per 164 Comuni. Sono i numeri delle prossime elezioni amministrative in Bergamasca. O meglio, è il quadro depositato entro la scadenza di mezzogiorno di sabato 11 maggio nei municipi coinvolti: in serata le commissioni elettorali erano ancora al lavoro per vagliare la regolarità di tutte le candidature, e dunque la conferma definitiva delle squadre effettivamente ammesse si avrà soltanto nei prossimi giorni.

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Flessione delle candidature

Intanto, però, lo scenario è delineato. E mostra ancora una volta una flessione delle candidature, seppur contenuta: cinque anni fa gli aspiranti primi cittadini erano 347, e 363 le liste (al voto andavano però due Comuni in più: 166 in tutto). Le ragioni della diminuzione possono avere anche motivazioni strettamente locali, diverse per ciascun Comune (incluse, come avvenuto quest’anno in alcuni casi, minoranze diverse che trovano l’intesa e fanno squadra unica), ma il trend complessivo di calo è ormai evidente da alcuni anni.

Anche le città principali della provincia vedono «restringersi i ranghi»: nel 2019 Bergamo, Albino, Dalmine, Romano e Seriate assommavano 19 candidati sindaci, oggi scesi a 14. L’unico a «crescere» è Albino, passato da due a tre aspiranti primi cittadini.

Evidente una flessione delle candidature, seppur contenuta: cinque anni fa gli aspiranti primi cittadini erano 347, e 363 le liste (al voto andavano però due Comuni in più: 166 in tutto)

Una certa difficoltà a formare le liste, specialmente nei Comuni più piccoli, è confermata dalle molte compagini arrivate al fotofinish a ufficializzare la candidatura: segno, probabilmente, anche di una fatica a chiudere le squadre con persone disponibili a impegnarsi per il proprio paese.

Nessun Comune «scoperto»

Per contro, va segnalato che in tutti i Comuni c’è almeno un candidato sindaco. Non era scontato: nel 2019, per esempio, a Oneta, Colere e Valleve scattò il commissariamento (per un anno) senza passare dalle urne, per la totale assenza di aspiranti primi cittadini.

Numerosi invece (46, erano 40 nel 2019) sono i Comuni con un’unica compagine in corsa: in queste realtà la sfida per guidare il municipio sarà con il quorum. Le norme richiedono che si presenti alle urne almeno il 40% degli elettori, e che il candidato unico ottenga almeno la metà dei voti validi. Tra i «monolista» non ci sono solamente piccole realtà, anzi: non si è andati oltre una candidatura in Comuni come Brembate, con oltre 8.500 abitanti, Villa d’Almè o Almenno San Bartolomeo, che ne hanno più di 6.500: nel 1999, in quest’ultimo paese, la sfida era stata tra ben cinque candidati.

Non mancano, comunque, situazioni più «affollate»: quattro candidati si trovano per esempio a Morengo, che non raggiunge i 2.500 abitanti, ma anche a Torre Boldone, Terno d’Isola e Castelli Calepio. Alcuni «addetti ai lavori» segnalano inoltre, almeno in alcune realtà, positivi interessamenti e disponibilità a candidarsi da parte dei giovani.

Numerosi invece (46, erano 40 nel 2019) sono i Comuni con un’unica compagine in corsa: in queste realtà la sfida per guidare il municipio sarà con il quorum. Le norme richiedono che si presenti alle urne almeno il 40% degli elettori, e che il candidato unico ottenga almeno la metà dei voti validi

Gli under 30

E a proposito, spuntano anche diversi candidati sindaci «under 30». Tra i più giovani sicuramente Lorenzo Rota, classe 2004, in corsa ad Ambivere, e due «ragazzi del 2000»: Roberto Filisetti, in pista a Gorle, e Stefano Nozza, che si presenta a Grassobbio.

Le donne

Le donne in corsa per la guida dei municipi sono 63, circa il 19% del totale. Le sindache uscenti oggi, nei Comuni che vanno al voto, sono 33. Sfide tutte in rosa a Ciserano, tra Caterina Vitali e Cinzia Guarnieri, e a Gorlago, tra Maria Elena Grena e Laura Ferretti.

Le curiosità

Capitolo curiosità: a Pognano si sfidano zio e nipote, Giacinto e Luca Testa (entrambi se la vedranno anche con l’attuale vicesindaco Giuseppe Vanoli). Zio «d’arte» (del consigliere regionale Davide Casati) è uno dei candidati sindaci di Arcene, Silvano Foresti.
A correre da primi cittadini sono ben tre presidenti di Provincia: quello attuale, Pasquale Gandolfi (a Treviolo: dalla eventuale rielezione dipende anche la sua permanenza o meno al vertice di Via Tasso), e i predecessori Gianfranco Gafforelli (a Romano di Lombardia ) e Matteo Rossi (a Bonate Sopra).

Questione ballottaggi

Bergamo, Albino e Romano. Sono le città del nostro territorio, sopra i 15mila abitanti, in cui si andrebbe al ballottaggio se nessuno dei candidati raggiungesse il 50% più uno dei voti al primo turno. Nel capoluogo gli aspiranti primi cittadini sono tre: Elena Carnevali, Andrea Pezzotta e Vittorio Apicella. Quattro a Romano (Paola Suardi, Gianfranco Gafforelli, Mario Suardi e Luca Valcarenghi), mentre tre sono i «competitor» di Albino: Daniele Esposito, Paola Benigni e Fabio Gualandris.

Sono invece ridotte a «duelli» le sfide di Seriate (Gabriele Cortesi contro Anna Piras) e Dalmine (Francesco Bramani contro Renato Mora): salvo clamorosi pareggi, dunque, qui le sfide si decideranno già l’8 e 9 giugno.

Cinque anni fa, il ballottaggio era scattato a Dalmine e Romano, ma pure a Ranzanico, proprio per un sorprendente pareggio, unica circostanza che fa scattare il secondo turno anche nei paesi «under 15mila». Renato Freri e Sergio Buelli avevano infatti ottenuto 359 voti a testa. Alla fine a spuntarla era stato il primo.

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