Legalità, un nuovo presidio di Libera dedicato a Eleonora Cantamessa
TRESCORE. Il sodalizio contro le mafie inaugura una nuova formazione in Val Cavallina. La dedica alla dottoressa morta 10 anni fa e all’ambulante Lorenzo Sauna, ucciso nel 1995.
TRESCORE. Il sodalizio contro le mafie inaugura una nuova formazione in Val Cavallina. La dedica alla dottoressa morta 10 anni fa e all’ambulante Lorenzo Sauna, ucciso nel 1995.
MEMORIE. La dottoressa venne travolta mentre cercava di soccorrere un ferito in strada. Il suo gesto di altruismo ha ispirato tante iniziative solidali. Sabato 9 settembre verrà presentato un libro sulla sua storia.
La rissa. Ê scoppiata in pieno giorno tra componenti di una famiglia sinti dopo un inseguimento tra auto. Scena da far west davanti a un distributore di carburante, gestori e clienti terrorizzati.
Un concerto per ricordare Eleonora Cantamessa, la ginecologa di Trescore uccisa a settembre 2013 mentre stava soccorrendo un indiano ferito in una rissa tra connazionali, sulla provinciale 91 a Chiuduno.
Il Tar di Brescia ha rigettato il ricorso presentato da Vicky Vicky contro la questura di Bergamo che aveva respinto l’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno.
Scarcerato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. Ram Pandeep, indiano di 29 anni arrestato nei giorni scorsi a Vigano San Martino per alcuni degli episodi collegati con l’omicidio di Eleonora Cantamessa e Baldev Kumar, ha lasciato il carcere di Bergamo dove era stato rinchiuso.
Ram Pandeep, di 29 anni, è stato arrestato nel pomeriggio del 4 ottobre a Vigano San Martino dai carabinieri di Casazza. Era fuggito in India da almeno un anno, appena è tornato in Italia è stato bloccato.
Sono trascorsi tre anni dalla strage di Chiuduno che è costata la vita ad Eleonora Cantamessa, la ginecologa di Trescore morta all’età di 44 anni. Giovedì mattina nella chiesa parrocchiale di Trescore viene celebrata una messa in suo ricordo.
Mariella Armati, mamma della dottoressa Eleonora Cantamessa, uccisa nella Bergamasca la sera dell’8 settembre 2013, ha seguito da lontano l’andamento del processo d’appello contro chi ha ucciso sua figlia, l’indiano Vicky Vicky: «Non abbiamo fatto ricorso perché dopo la chiusura del processo di primo grado non volevo più sapere di avvocati e tribunali».
In corte d’Assise d’appello di Brescia il processo a carico dell’indiano Vicky Vicky: confermata la condanna di primo grado.
Si è svolto venerdì mattina in corte d’Assise d’appello di Brescia il processo a carico di Vicky Vicky, l’indiano condannato in primo grado a 23 anni e 20 giorni di carcere per duplice omicidio.