Atalanta, mostriamo
il meglio al mondo

Mai vista prima. Mai vista prima un’Atalanta così. Che fossero vecchi, giovani o di mezza età: ieri i tifosi dell’Atalanta dicevano tutti la stessa cosa. Mai vista un’Atalanta così. Così bella, così coraggiosa, sfrontata, vincente. Squadre belle, coraggiose, sfrontate e vincenti ne abbiamo viste, in tanti anni. A tratti belle, a tratti coraggiose, a tratti tutto.

La cosa meravigliosa e incredibile, il vero prodigio di questa Atalanta è che fonde tutte insieme queste caratteristiche. Le fonde producendo un gioco ai limiti della realtà ormai da una manciata di giornate. La salvezza è un ricordo: questa Atalanta non può, non deve porsi limiti. Forse perché nemmeno questi incredibili giocatori, nemmeno questo allenatore , nemmeno i dirigenti sanno dove sarà l’asticella dell’Atalanta.

Un’Atalanta che vince perché prova sempre a vincere. E anche quando capita di andar sotto, come ieri, Gasperini e la squadra scelgono, in simbiosi, di provarci. Il resto lo abbiamo, lo avete visto. Un prodigio. Una meraviglia. Un sogno, dentro e fuori dal campo. Con i temutissimi tifosi della Roma che hanno provato a provocare, durante e dopo la partita, e il meraviglioso pubblico bergamasco che ha mantenuto i nervi saldi, dimostrandosi all’altezza, superiore anche ai timori di chi avrebbe voluto i romanisti lontani da Bergamo. La squadra è terza, con un’evoluzione impensabile solo pochi mesi fa per un’Atalanta che per due stagioni si era salvata non senza fiatone. Adesso l’Atalanta sogna l’Europa, e la cosa comincia a farsi seria. E tutta Bergamo le va dietro, crescendo con l’Atalanta. È giusto dirlo. Come per la squadra, anche per i tifosi ormai non è più un caso. Sono passati napoletani, interisti e romanisti. E per causa bergamasca non è successo niente. Così com’era giusto punirli quando «sbagliavano», ora è giusto che la città riconosca che la curva dell’Atalanta ha intrapreso una strada virtuosa. Il mondo ci guarda, e Bergamo mostra solo il meglio.

Il paragone con il Leicester adesso non sembra più la forzatura di qualcuno in cerca di titoloni. L’ha detto anche Gasp. Magari il lieto fine non sarà lo stesso, perché a Bergamo va bene sognare, ma il senso del limite non lo perdiamo. Però anche il Napoli e l’Inter erano difficili, eppure l’Atalanta ha vinto. Anche il Sassuolo fuori casa sembrava arduo, eppure l’Atalanta ha stravinto. Anche la Roma pareva proibitiva, praticamente impossibile dopo il primo tempo, invece l’Atalanta ha fatto il miracolo, stradominando come mai prima, forse nemmeno in serie B contro le squadrette. Forse non finiremo come il Leicester, però stanotte qualcuno avrà fatto fatica a prendere sonno, ripensando al gol di Caldara, al palo, alle piroette di Gomez, all’attesa di Kessie sul dischetto col timore che magari andasse male. Invece le gambe tremavano a tutti meno che a lui, e adesso siamo ancora lì. Non sappiamo se finiremo come il Leicester, però una cosa è certa. Questo autunno non lo dimenticheremo mai. Come la Coppa Italia del ’63 (chi c’era), come la notte di Lisbona e quelle col Malines, come pochissime altre volte. Siamo oltre l’exploit, siamo oltre le sei vittorie di fila di un paio di anni fa. Siamo fuori dall’incantesimo, perché ormai è realtà. Siamo nella storia, al di là della retorica, insieme a questi ragazzi che giocano col sorriso, insieme a questo allenatore che sembra matto per le mosse che fa, ma poi vince lui. Siamo tutti con questa Atalanta, perché una cosa così, perché una squadra così, perché vittorie così, davvero: mai viste prima.

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