L’urlo di Denis
Rovesciato il mondo

Come un campionato può cambiare radicalmente in 90’. Beninteso, non è ancora finito e i problemi di gioco che affliggono l’Atalanta non sono magicamente spariti, però soltanto un pessimista a oltranza potrebbe vedere ancora nero dopo i risultati dell’ultimo weekend.

Il timore della vigilia era che il Cesena - sulle ali del rimontone di Verona - piegasse il Chievo in casa e l’Atalanta, ancora scossa dal ko contro il Toro, s’impantanasse contro il Sassuolo. I romagnoli sarebbero balzati a -2 con lo scontro diretto da disputare al Manuzzi. Invece il Cesena si è incartato ed è stato infilato dal Chievo nel finale perdendo 1-0 una sfida che doveva assolutamente vincere, mentre l’Atalanta si è sbloccata contro il Sassuolo e a rivelarsi decisive sono state la doppietta di Denis e le maggiori motivazioni.

Con 7 punti di margine sul Cesena terzultimo (e 8, che in pratica sono 9, sul Cagliari penultimo) a otto giornate dalla conclusione del campionato, per cadere in area retrocessione i nerazzurri dovrebbero perdere un punto a partita sui romagnoli. Improbabile, anche se ci sarà da soffrire ancora un po’ per presentarsi allo scontro diretto di mercoledì 29 aprile con un margine inattaccabile.

C’è chi dice che l’Atalanta si è ridestata dopo la contestazione ultrà di sabato mattina. Non crediamo sia così, anche se naturalmente la componente tifo è importante. Vorrebbe dire che i giocatori dell’Atalanta non sono professionisti e che è sufficiente un’arringa graffiante del «Bocia» per far volare la squadra. L’Atalanta stavolta ha vinto perché ha giocato una partita finalmente e complessivamente positiva: assetto giusto (ok il 4-2-3-1 o 4-4-1-1 di Reja), buon carattere e aggressività, praticità, errori limitati al massimo e reattività nel replicare subito al pareggio del Sassuolo allontanando l’incubo dell’ennesima delusione.

Ma naturalmente l’Atalanta ha vinto perché Denis ha segnato due gol. Probabilmente, se non fosse stato squalificato, avrebbe giocato Pinilla al centro dell’attacco. Invece così è stato rilanciato Denis. Che per quasi tutto il primo tempo non è stato esaltante, ma quando si è Denis - ovvero un giocatore che ha il gol nel sangue (sono 50 con la maglia atalantina in campionato) e che dà sempre tutto quello che ha - basta una palla che spiove in area per rovesciare il mondo.

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