Treviglio: sequestrate 40 biciclette
Chi ha subìto il furto può riaverle

A seguito di numerose segnalazioni di furti di biciclette, il commissariato di Pubblica sicurezza di Treviglio ha avviato quattro diverse indagini che, man mano stanno confluendo nell'operazione «Ciclica». Nel corso della stessa sono state sequestrate 40 biciclette.

A seguito di numerose segnalazioni di furti di biciclette, il commissariato di Pubblica sicurezza di Treviglio ha avviato quattro diverse indagini che, man mano stanno confluendo nell'operazione «Ciclica». Nel corso della stessa sono state sequestrate 40 biciclette (parte delle quali seminuove ed altre parzialmente smontate), un Ciao Piaggio d'epoca, 15 cellulari, alcune chiavette Usb, due Playstation, una noccoliera tirapugni, numerosi pezzi di ricambio e attrezzatura per lo smontaggio delle biciclette stesse, effettuate varie perquisizioni domiciliari, identificate 11 persone di origine nord-africana legate alla vicenda, di cui 6 indagate in stato di libertà, e due espulse perché non in regola con le norme sul soggiorno.

Alcune biciclette sono state sequestrate a bordo del treno per Milano, altre nelle vie di Treviglio e la maggior parte di esse nelle cascine dismesse nei pressi dell'ospedale di Treviglio-Caravaggio (dove è stata trovata numerosa attrezzatura per lo smontaggio, la modifica e la verniciatura delle biciclette) e nell'area pure dismessa confinante con la stazione ferroviaria di Treviglio Ovest, dove pure venivano smontate per pezzi di ricambio o riverniciate per non essere riconosciute, nonché nascoste nei cespugli in attesa di essere cedute.

Dalla ricostruzione effettuata, su episodi verificatisi nell'ultimo periodo, dal commissariato di Treviglio diretto dal vicequestore aggiunto Angelo Lino Murtas, sostanzialmente si trattava di alcune bande di cittadini nord-africani che, dopo aver rubato le biciclette nella zona, optavano per una delle tre soluzioni: le più belle e costose venivano subito caricate sui treni di passaggio alla stazione Centrale di Treviglio direzione Milano (attualmente le bici possono viaggiare sui treni) per essere rivendute nel capoluogo lombardo.

Altre venivano portate nelle cascine dismesse attorno all'ospedale oppure nell'area, pure dismessa, adiacente la stazione ferroviaria, dove subivano modifiche e riverniciate per ritornare nelle strade della zona con un aspetto diverso rispetto all'origine e quindi non riconoscibili dai derubati.

Si è anche rilevato - ed è in corso un approfondimento - che in alcuni casi i furti avvenivano su commissione di qualche cittadino italiano «ricettatore» su modelli di bicicletta specifici a più alto valore economico, e che gli autori, anziché essere pagati in denaro contante, venivano ricompensati con dosi di cocaina.

Al momento ancora non vi è l'obbligo di punzonare il numero di matricola sul telaio delle biciclette e la tenuta di un registro delle immatricolazioni (come accadeva invece per i ciclomotori 50 cc), cosa che viene fatta solo da alcune rare ditte private che talvolta inseriscono anche un chip elettronico nel telaio. Motivo per cui nelle indagini si crea spesso il problema di individuare le vittime a cui poter restituire le biciclette, complice anche le denunce fatte in modo generico senza indicare la marca, il modello, colore od altri dettagli specifici.

Si invitano pertanto tutti i cittadini della zona che hanno subìto il furto della propria bicicletta negli ultimi mesi, di presentarsi al Commissariato di Treviglio in Piazza del Popolo, per tentare il riconoscimento delle biciclette in sequestro, muniti logicamente della prevista denuncia di furto antecedente alla data odierna.

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