Romeno ucciso, due ricercati
Inquirenti: delitto d'impeto

C'è ottimismo fra gli inquirenti che indagano sull'omicidio del romeno di 37 anni, accoltellato a morte attorno a mezzanotte di sabato in un distributore di carburante di via Correnti a Bergamo. La polizia di Bergamo è alla ricerca di due albanesi.

C'è ottimismo fra gli inquirenti che indagano sull'omicidio del romeno di 37 anni, accoltellato a morte attorno a mezzanotte di sabato in un distributore di carburante di via Correnti a Bergamo. La polizia di Bergamo è alla ricerca di due albanesi.

La vittima si chiamava Stefan Catalin Burcuta, viveva ad Albino, era sposato e padre di tre figli di 1, 2 e 8 anni. Secondo la polizia si è trattato di un delitto d'impeto e non pianificato: per questo gli inquirenti sono ottimisti in una rapida soluzione. I killer sarebbero i due protettori di una prostituta albanese, con la quale la vittima e il cognato di 41 anni avevano appena avuto un'accesa discussione: secondo il racconto di alcuni camionisti che erano in zona, i due romeni avrebbero picchiato la prostituta, forse per derubarla, facendola cadere a terra. La ragazza ha poi chiamato qualcuno al cellulare e, poco dopo, sono arrivati due uomini che hanno ucciso a coltellate Burcuta e ferito lievemente il cognato.

I TESTIMONI
Parcheggiati in via Correnti, sabato notte, c'erano due Tir con tre camionisti polacchi, che hanno assistito alla lite tra i due romeni e la prostituta. «Abbiamo visto un uomo robusto (Stefan, ndr) e uno magrolino (il cognato) che litigavano con la ragazza proprio davanti ai nostri Tir – raccontano in inglese – sarà stata più o meno mezzanotte. La ragazza urlava e i due l'hanno picchiata e strattonata per prenderle la borsa. Lei è caduta a terra e i due sono scappati verso il distributore, dove c'è l'autolavaggio. La ragazza aveva il telefonino in mano, si è rialzata ed è andata verso di loro. A quel punto avevamo la visuale coperta e non abbiamo più visto nulla fino a quando sono arrivate le ambulanze e le auto della polizia».

I tre polacchi sono stati interrogati dagli agenti insieme a un uomo siciliano, amico del gestore della pompa di benzina, che è arrivato verso l'1,15. «Mi sono fermato perché ho visto tutto il trambusto di polizia e ambulanze intorno a un uomo corpulento sotto un lenzuolo – racconta –. C'era uno scooter nero parcheggiato vicino all'autolavaggio e un altro uomo, più magro, che piangeva disperato, mettendosi le mani nei capelli». L'aggressione sarebbe cominciata vicino alle pompe di benzina, dove gli uomini della Scientifica hanno segnato tre grossi cerchi sull'asfalto, e si sarebbe conclusa accanto all'autolavaggio, a una quindicina di metri di distanza, dove ci sono altri due cerchi e due grosse macchie di sangue. Il gestore del distributore Q8 è stato chiamato alle 6 di ieri per visionare le riprese delle telecamere: «Poveretto, è un brutto periodo per lui – spiega l'amico siciliano – quindici giorni fa gli hanno tagliato la rete e svaligiato il distributore, portandogli via tremila euro. Ci mancava anche l'omicidio». Gli agenti sono rimasti al distributore fino alle 13 per acquisire tutte le riprese, ma era molto buio e sembra che le immagini non siano state particolarmente utili. «Hanno chiesto anche quelle del lavaggio auto, ma non funzionano». Effettuati i rilievi e ascoltati i testimoni, gli agenti si sono messi sulle tracce dei due albanesi e della prostituta: fondamentale sarà la testimonianza del cognato della vittima, l'unico che ha visto in viso i due aggressori e che adesso teme per la sua vita.

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