Casoncelli in California
Ristorante dai sapori orobici

L’America la sta prendendo per la gola. Matteo Cattaneo, 38 anni di Bergamo, da otto vive a San Diego e da due anni ha inaugurato come co-owner la «Buona Forchetta», una pizzeria e vineria tra le più quotate del sito Tripadvisor.

Era partito per un master in Giurisprudenza e ha scoperto la passione per la cucina facendo il cameriere per mantenersi agli studi. Per le festività propone le ricette della tradizione bergamasca. «Ho portato in tv in America il segreto degli scarpinocc della Valle Imagna che mi hanno insegnato all’Hotel resort and spa Miramonti». A Natale avrà il supporto di un altro bergamasco: Michele Quarenghi, cuoco del motociclista Valentino Rossi e ora del team Suzuki.

Torna a Bergamo ogni anno – a settembre – e non manca mai di fare una tappa di una settimana a Rota d’Imagna. Lì ha trascorso le sue estati di ragazzino e lì ha imparato la ricetta dei casoncelli che delizia il palato dei californiani. Matteo Cattaneo, 38 anni, di Bergamo, era partito per New York con una laurea in Giurisprudenza e l’idea di fare un master negli Stati Uniti. Per mantenersi agli studi ha iniziato a fare il cameriere. «Qui chi fa il cameriere in un buon ristorante può guadagnare anche molto bene – racconta –: con le mance anche 6.000 dollari al mese. Ho iniziato a frequentare il mondo della ristorazione così, un po’ per caso, per mantenermi agli studi, e in realtà poi me ne sono appassionato e ho iniziato a maturare il desiderio di aprire un ristorante tutto mio, anche perché di posti dove si fa cucina italiana bene qui ce n’è pochi».

Oggi vive a San Diego ed è contitolare con la moglie Alexa della «Buona forchetta», una pizzeria ristorante con ottimi voti in Tripadvisor. Sarà che al forno ci sono due esperti della pizza come Carmine Nasti (figlio del titolare della pizzeria Capri da Nasti di Bergamo) e Marcello Avitabile (5 volte campione del mondo come miglior pizzaiolo). Ma Matteo è finito anche sulla tv americana per la sua ricetta degli scarpinocc e dei casoncelli imparata all’Hotel resort and spa Miramonti di Rota d’Imagna. «Ogni settembre torno a Rota per una settimana – spiega –: mia moglie e le mie due bimbe, Sofia, di 5 anni e Isabella, di 2 anni, vanno a giocare al parco o fanno delle belle camminate, come facevo io da piccolo, e io mi rintano in cucina con lo chef Nella per imparare nuove ricette».

Volevi fare l’avvocato e poi…?

«Sono arrivato negli Stati Uniti nel 2006 con l’intenzione di seguire un master e poi fare l’esame di abilitazione alla professione di avvocato nello Stato della California. Intanto lavoravo la sera in un ristorante per mantenermi agli studi. L’esame non è andato a buon fine ma è nata la passione per la ristorazione».

A gennaio 2013 hai inaugurato la «Buona forchetta» a San Diego in California ed è stato un successo: che cosa proponi nel tuo ristorante?

«Il nostro forte sono le pizze, ma puntiamo tanto anche sulla nostra cucina tradizionale, polenta, scarpinocc, casoncelli, coniglio arrosto, pizzoccheri, paste fresche, carni e pesce preparato in casa. Un menu semplice che riscuote enorme successo».

Tu di cosa ti occupi?

«Io sono un po’ un tuttofare, dipende da quello che c’è da fare: un giorno sono pizzaiolo, un giorno cuoco ma principalmente mi occupo della sala e di rispondere alle mille domande dei clienti riguardo alle nostre ricette, tradizioni, consigli per il loro prossimo viaggio in Italia e raccontare loro quanto sia bello il nostro Paese».

Ci sono anche piatti orobici?

«Si, cerchiamo il più possibile di far conoscere la nostra cucina. Mio nonno è stato sindaco a Strozza e fin da piccolo ho trascorso in Valle Imagna le mie vacanze. Dietro i piatti che cuciniamo ci sono le ricette di Nella Cicolari del Miramonti di Rota d’Imagna. Gli americani ne vanno pazzi».

E nel menu di Natale e Capodanno conservi qualche tradizione bergamasca?

«Stiamo lavorando al menu per la vigilia (staremo chiusi a Natale per festeggiare con le famiglie) e a quello per il veglione in collaborazione con Michele Quarenghi, altro cuoco bergamasco impegnato nel motomondiale prima come chef di Valentino Rossi e ora al seguito del team Suzuky».

E sull’onda del successo del primo ristorante stai preparando il bis…

«Stiamo lavorando su due progetti. Il primo è ormai stato realizzato: abbiamo infatti appena finito di ristrutturare un camion della Chevrolet del 1946 e abbiamo montato sul cassone un forno a legna per lanciare un nuovo progetto di catering ed eventi e il secondo è un nuovo ristorante a Encinitas un paesino sulla costa a Nord di San Diego».

È facile gestire un’impresa negli Stati Uniti? Quali sono gli ingredienti del successo?

«Un’impresa non è mai facile da gestire, ci sono imprevisti ogni giorno, lunghe ore di lavoro e tanti sacrifici ma il duro lavoro, l’impegno, la voglia di imparare, mettersi in discussione e migliorarsi sempre penso siano la giusta ricetta per il successo».

Hai avuto qualche ospite vip? C’è qualche curiosità che riguarda il tuo ristorante?

«Fin dal primo giorno abbiamo davvero riscosso un gran successo, televisioni, giornali e riviste non solo a livello locale ma anche nazionale ci hanno aiutato farci conoscere. Solo ultimamente siamo stati scelti dalla “Delta airlines” come una meta da non mancare in una visita a San Diego e il nostro forno, “Sofia”, è stato eletto uno dei 15 più belli degli Stati Uniti dalla rivista “Food and wine”. Uno dei nostri ultimi ospiti famosi è stato l’alpinista Simone Moro».

In che cosa ti ha aiutato l’essere bergamasco ?

«Sono convinto che noi bergamaschi abbiamo una marcia in più, non ci facciamo spaventare dal lavoro e non abbiamo paura di metterci in gioco e di reinventarci. Io l’ho fatto, di certo ho dovuto sacrificare molto e non è stato sempre facile, ma adesso posso dire di aver creato qualcosa di mio di cui sono fiero e di portare un pezzo della nostra Bergamo qui in California».

Come ti sembra Bergamo quando rientri?

«Bergamo è sempre bellissima, cerco ogni volta di far conoscere alle mie bambine una parte nuova della nostra città e delle bellezze che ci circondano, purtroppo vedo sempre più negozi chiusi e gente in difficoltà. Ma sono sicuro che i bergamaschi non si lasceranno abbattere e troveranno un modo per superare anche questa. Questo è il mio augurio a tutti per un Sereno Natale e un felice Anno nuovo! E se mai passate da San Diego venite a trovarmi».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a [email protected] o cliccate qui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA