Più tifo per l’Italia, meno per l’Uruguay
Ma incombe il dramma delle favelas

Brasile paese dei grandi contrasti, e il Mondiale non poteva sottrarsi a questa logica. L’Italia di Prandelli perde ma migliaia di tifosi la acclamano a Natal, in un’atmosfera di festa a cui partecipano anche i meno numerosi uruguayani.

Brasile paese dei grandi contrasti, e il Mondiale non poteva sottrarsi a questa logica. L’Italia di Prandelli perde ma migliaia di tifosi la acclamano a Natal, in un’atmosfera di festa a cui partecipano anche i meno numerosi uruguayani. Nella stessa capitale del Rio Grande del Nord, però, si allarga a vista d’occhio una voragine a pochi chilometri dallo stadio di Italia-Uruguay, lasciando nella disperazione centinaia di sfollati da una favela e sollevando anche dubbi sulla partita di martedì.

Erano in migliaia, per lo più tifosi locali con origini italiane, ma anche semplici simpatizzanti, i sostenitori arrivati ieri per il primo allenamento di Balotelli e compagni dopo la delusione contro il Costarica. Cori, bandiere, striscioni, un’atmosfera di calore straordinario regalata da un pubblico che chiede all’Italia pronto riscatto contro l’Uruguay.

I «cugini» della Celeste, si sa, non godono di buona stampa da queste parti, visto il loro proposito di mandare per traverso il Mondiale ai padroni di casa come nel 1950. E così l’Italia per martedì vanta un invidiabile tesoretto di simpatia da parte dei brasiliani in funzione anti-Uruguay. I tifosi della «Celeste», in giro per Natal, sono sicuri di vincere ma non si sentono affatto nemici degli azzurri: «il nostro preferito è Pirlo - spiega Alberto, uno dei cinque figli di una signora uruguayana in Brasile con la famiglia propria e quella, altrettanto numerosa, del fratello - mentre Balotelli picchia troppo. Ma l’Italia è una squadra forte, ci vorrà il nostro grande Suarez per batterla». Se dalle parti dell’Arena Das Dunas si fa festa, a cinque chilometri di distanza, nella favela di Mae Luiza, si piange.

Un’enorme voragine che continua ad allargarsi da cinque giorni sta inghiottendo tutto. Si è già portata via le case di 100 famiglie e migliaia di persone sono finite, sfollate, a casa di amici o in una scuola adibita a dormitorio. Piangono e protestano, mentre la Protezione civile sta monitorando la situazione per verificare che non si presentino rischi anche per l’impianto che dovrà ospitare Italia-Uruguay. Dove, peraltro, un guasto idrico ha provocato un allagamento in sala stampa. Fra rischi naturali e disperazione, le autorità continuano a temere proteste per gli eventi del Mondiale e schierano polizia ad ogni incrocio, una presenza massiccia di forze in tuta mimetica, armi in pugno. Sembra che gli unici ad aver voglia di scherzare su questo clima siano i soliti, incorreggibili inglesi. Che nonostante le batoste rimediate a questo Mondiale, hanno ancora voglia di scherzare: «forse Roy Hodgson - si legge su più di un sito britannico - spera che la voragine inghiotta anche Italia e Costarica, che hanno eliminato i bianchi dai Mondiali».

© RIPRODUZIONE RISERVATA