Nuova Provincia, Isozaki ricorre
In Comune polemica sul verde

Se la Provincia ha rinunciato a fare appello sulla sentenza del Tar di Brescia che ha invalidato l’esito della gara per la nuova sede della Provincia in quel di Porta Sud, i vincitori sono già partiti lancia in resta direzione Consiglio di Stato.

Lo conferma Attilio Gobbi, membro bergamasco del gruppo di progettisti guidato dal famoso architetto giapponese Arata Isozaki: «Sì, abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza». Chiaro che i tempi non si annunciano brevissimi, e nell’attesa che da un lato i giudici amministrativi dicano la loro e la Provincia riconvochi la Commissione esaminatrice per far ricominciare l’iter ella gara dalla scelta dei 10 finalisti, ieri la questione Porta Sud è piombata sul tavolo della 3ª Commissione di Palafrizzoni. Con le inevitabili tensioni del caso.

L’oggetto del contendere (antipasto della discussione odierna sulla riperimetrazione del Plis a Grumello del Piano) è stato più il verde del cemento. Nella fattispecie l’Umi2 (Unità minima d’intervento) che prevedeva una grande stanza verde di circa 40 ettari tra la circonvallazione e via Gasperini, ora ridotto a una fascia verde di protezione di 15, conseguenza del taglio del 70 per cento delle edificazioni previste in zona. Percentuale che invece scende al 10 per l’Umi1, quella sull’area dello scalo merci, il cuore dell’operazione Porta Sud.

Tagli che, secondo l’assessore all’Urbanistica Andrea Pezzotta, garantiscono comunque «l’equilibrio tra servizi e risorse». E per quanto riguarda il verde «c’è comunque un saldo positivo rispetto al Pgt adottato»: dal centrosinistra, beninteso, che è andato all’attacco da subito a tutto campo. «Il taglio dell’Umi2 impedisce l’acquisizione dell’area da parte del Comune, cancellate una stanza verde» il commento di Fiorenza Varinelli (Pd).

«Nel vostro saldo positivo c’è anche il parco dello sport dove volete realizzare stadio, palazzetto e altri spazi», attacca Stefano Zenoni (Lista Bruni), mentre Vittorio Grossi (Italia dei Valori) si lascia sfuggire un commento lapidario: «Comunque in quella zona alla fine ci saranno 31 ettari di verde in meno».

La replica di Pezzotta: «Prima vogliamo vedere se parte l’Umi1: è vero che sarebbe stato più facile far partire l’Umi2, ma per noi è subordinata alla prima». Fermo restando che, precisa il dirigente dell’Urbanistica, Giorgio Cavagnis, «i volumi previsti non avrebbero garantito una tale quantità di verde».

Ma Zenoni non molla: «Quell’area è vicino al centro, appetibile immobiliarmente». L’assessore replica: «Resta verde». Ma non attrezzato. «Perché non siamo d’accordo sul come erano state utilizzate le stanze verdi nel Pgt adottato, a titolo compensativo per concedere volumetrie corpose ai privati: ci siamo concentrati su quelle parti necessarie a garantire il sistema del verde», la spiegazione di Maurizio Bonassi a nome del Pdl.

Qualche scintilla anche sull’Umi1: «Il taglio del 10, diventa del 13 sull’ambito 1 a prevalente vocazione pubblica: su chi ricadrà», la domanda di Nadia Ghisalberti (Lista Bruni). «L’equilibrio e la fattibilità dell’operazione restano inalterati», assicura Pezzotta.

Al che Pietro Vertova ricorda qualche promessa elettorale di quelle che preconizzavano tagli su tagli: «E invece quelli su Porta Sud sono quasi condivisibili e Porta Sud si farà, nonostante abbiate speso molte parole contro».

Alla fine l’Umi1 passa all’unanimità con l’astensione del centrosinistra e il voto favorevole di Giuseppe Mazzoleni (Udc): sull’Umi2, voto quasi fotocopia, con Mazzoleni che però stavolta si astiene.

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