Capetti: «Giusto chiudere l'Abm2
Bassa, trasformazione radicale»

Non nega di sentirsi un «superstite», essendo l’unico assessore dell’amministrazione Bettoni rimasto. Da Formazione e lavoro è passato a Viabilità e trasporti, tornando al settore di cui fu titolare già dal 1990 al 1995. Giuliano Capetti (Pdl), vicepresidente della Provincia, è quindi in grado di fare un amarcord delle infrastrutture in Bergamasca. Ma partiamo dal dato politico.

In Provincia, quand’era anche segretario provinciale dei socialisti, è stato in maggioranza con democristiani e repubblicani. Poi è passato con Forza Italia e con Bettoni. Ora, nel Pdl, governa con la Lega. Come sono i rapporti con gli alleati?
«I rapporti in Giunta sono ottimi. Per ora gli atteggiamenti di presidente e assessori sono molto costruttivi e di buon vicinato».

Il Pdl non rischia però di venir «schiacciato» dalla Lega?
«In tutti c’è la volontà di fare bene e collaborare. Del presidente colpisce la buona educazione con tutti, sta dimostrando di essere un amministratore a tutto tondo».

Si trova però a dover rinnegare delle operazioni della Giunta Bettoni di cui faceva parte. Abm2, la società per le grandi opere della Provincia, fortemente voluta dall’amministrazione di prima, va verso la chiusura.
«Nella passata amministrazione l’equilibrio politico si basava sul rapporto tra Forza Italia e An da una parte e Udc e l’indipendente Bettoni dall’altra. Bettoni e i suoi più stretti collaboratori avevano una visione dell’ente maggiormente in linea con la visione pubblicistica cara alla Dc. Da qui derivava l’idea della Provincia come soggetto anche di tipo imprenditoriale. In quell’alleanza prevaleva oggettivamente la posizione del presidente Bettoni».

Ora la Provincia che visione ha?
«Si è allineata a una concezione più "liberale" dell’ente locale. Rientra quindi nei ranghi, non sovrapponendo più la propria iniziativa a quella del privato e tornando a occuparsi delle proprie specifiche competenze».

Se Abm2 chiude, gli uffici provinciali sono in grado di prendere in carico opere come la variante di Zogno e il parcheggio del nuovo ospedale?
«C’è qualche aspetto organizzativo da risolvere, ma con il rafforzamento dell’organico si può assolvere ai compiti affidati ad Abm2».

Sono passati quasi 20 anni dalla sua prima delega alla Viabilità. Che cosa è cambiato?
«Allora eravamo in presenza di un forte sviluppo economico della Bergamasca. C’era uno iato tra le esigenze del mondo economico e il ritardo delle istituzioni. Fu proprio in quegli anni, però, che iniziò la corsa a colmare questo deficit e nacque il Piano direttore della mobilità, lo strumento per appoggiare le amministrazioni nella programmazione e attuare una serie di opere che sono ancora oggi oggetto di attenzione».

Se si parla ancora di queste opere vuol dire che il ritardo non è stato ancora colmato.
«Alcuni ritardi sono stati colmati, passando attraverso amministrazioni e partiti diversi. Certo rimane ancora molto da fare».

Magari rispettando, se non proprio accorciando, i tempi di realizzazione.
«Guardi, quando sono stati inaugurati i lavori della galleria di Montenegrone ero assessore. Tv e giornali mi chiesero quanto ci sarebbe voluto per terminarli, e, attenendomi ai tempi di contratto, risposi tre anni».

Ce ne sono voluti quasi 17.
«Appunto. L’importante è il rispetto dei tempi. Oggi però anche le associazioni di categoria riconoscono che importanti risultati infrastrutturali sono stati raggiunti».

Quali sono le opere in corso in capo alla Provincia?
«Il tratto di Tangenziale Sud Treviolo-Stezzano, il secondo lotto della provinciale 91 Costa di Mezzate-Chiuduno, quattro interventi collegati all’alta capacità ferroviaria e alla Brebemi, ovvero tangenziale di Caravaggio, tangenziale Arzago-Casirate, riqualificazione della statale 11 a Mozzanica e Antegnate».

Sarà soprattutto la Bassa a cambiare volto.
«Ci sarà una trasformazione radicale della pianura bergamasca, che porterà indubbi vantaggi al mondo economico e a chi deve muoversi. Però mi preoccupa l’aspetto ambientale. Questi interventi devono essere fatti con particolare attenzione alla qualità».

Fin qui il trasporto privato. Quello su ferro sta facendo dei passi avanti. Resta però il nodo della fermata di Treviglio Ovest.
«Lunedì, insieme ai Comuni, avremo un incontro con Regione e Ferrovie, per chiedere la conferma della fermata, allo stato attuale non più prevista».

Il trasporto su gomma pare invece trascurato.
«In Valle Seriana, ad esempio, dopo una serie di incontri con Teb, Sab e Atb, abbiamo potenziato il servizio dei bus di circa 90 mila chilometri all’anno, reperendo le risorse non dal bilancio della Provincia, ma ridimensionando una linea poco utilizzata. Vista la ristrettezza delle risorse, la tendenza sarà sempre di più implementare il servizio dov’è realmente necessario ma per forza tagliare o ridurre le linee sottoutilizzate».

Il nuovo piano dei trasporti regionale vuole evitare la sovrapposizione di gomma e ferro nella stessa zona, a favore del ferro. Secondo questa logica, in Valle Seriana il tram escluderebbe i bus.
«La proposta dell’assessore regionale Cattaneo mira a creare un servizio più efficiente. In questa prospettiva la provincia di Bergamo verrà considerata un unico bacino. Questa condizione dovrebbe portare a un unico gestore provinciale del servizio del trasporto pubblico, facendo in modo che le diverse società si mettano insieme in un unico disegno, favorendo la razionalizzazione del servizio».

Il presidente Pirovano ha paventato la possibilità di delegare ai Comuni la manutenzione stradale.
«Per tagliare l’erba si può valutare, per gli asfalti la questione è giuridica, perché la responsabilità della gestione è del proprietario, cioè della Provincia. Per cui se si verificasse un incidente su una strada asfaltata dal Comune ma di proprietà della Provincia, ci potrebbero essere dei problemi».

«L’Eco di Bergamo» ha fatto una serie di inchieste sulla giungla dei cartelli stradali. Si può mettere ordine?
«Possono esserci sempre degli errori, e se vengono segnalati si affrontano. Ma in linea generale la posa dei cartelli e dei limiti di velocità è legata alle caratteristiche della strada. Abbiamo costituito una commissione tecnica interna al settore, per valutare i problemi aperti, tra cui quello delle frecce direzionali o dei cartelli pubblicitari: ci sono parecchi abusi e vanno sistemati».
 Benedetta Ravizza

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