La Bas non recede:
a Zingonia si taglia l'acqua

Stamattina la Bas taglia l’acqua a sei palazzi di Zingonia. Tagliano prorio i tubi, in maniera irreversibile. È una situazione grave, incancrenita, giunta al punto di rottura:sono troppi anni che nessuno paga le bollette, le promesse e le dilazioni non sono servite. È stato inutile anche l’ultimo tentativo del sindaco di Ciserano, Enea Bagini, di spingere gli abitanti a raccogliere almeno una parte della cifra dovuta.

La situazione all’interno dei palazzi, in generale, è diventata insostenibile. Tra gli «Anna» e gli «Athena» vivono ancora 12 italiani. Ci vivono molto male, son persone esasperate. Qualcuno è qui da trent’anni, come il signor Raffaele (i nomi che usiamo sono di fantasia): «A quel tempo - racconta - questa era una bella zona, adesso il mio appartamento non vale più niente, e io purtroppo l’ho acquistato. Da quando sono arrivati gli extracomunitari questo consorzio l’hanno devastato. Hanno rotto tutto: ascensori, vetri, citofoni… Non pagano non solo l’acqua ma neanche le spese di condominio né il gas né niente. I proprietari affittano un appartamento a due persone e poi ce ne sono dentro dieci o venti. E quanta acqua usano in venti?». Lui dice di aver sempre pagato le bollette, «quello che ho consumato io. Ora vogliono farmi pagare anche per gli altri? Non ci sto».

La signora Donatella ha appena versato in banca «500 euro di acqua, perché il Comune faceva pressione. Io esco alle 5 di casa per andare a lavorare, l’altra sera torno e vedo che hanno messo i cartelli, dicono che bisogna pagare di nuovo: ma noi che siamo rimasti qua dobbiamo pagare l’acqua anche per tutti gli stranieri? Io non pago niente, che ci pensi il Comune ai debiti, se la situazione è sfuggita di mano la affrontino loro adesso». Ormai vorrebbe andar via da questi palazzi, ma «non riesco proprio a muovermi, ho un lavoro precario. Ho sempre pagato tutto e mi ritrovo senza riscaldamento, la casa piena di muffa, senz’acqua, ma che colpa ne abbiamo noi? Non ne posso più. Vado dal sindaco, vado dal prefetto e tutti mi dicono: "Eh sì, signora, ha ragione....". A me non interessa avere ragione, noi vogliamo fatti! Siamo qui abbandonati». Racconta che l’estate scorsa sul suo balcone piovevano vermi: «C’è chi tiene i sacchi della spazzatura fuori, anche con il caldo. Stavo barricata in casa dallo schifo. Ho chiamato l’Asl di Bergamo ma qui dentro non è mica venuta: "Arriviamo signora, arriviamo". Ma non li ho visti. Richiamavano: "Ce li ha ancora i vermi?". Se questi palazzi li buttano giù io son contenta. Qui dentro non c’è niente a norma. Che ci mandino via, se non sono agibili. Chi dobbiamo chiamare, "Striscia la notizia?"». Quasi tutti gli italiani proprietari di case in questi anni sono andati via, e le hanno affittate. Per il contratto si presenta una persona regolare, con i documenti, a volte semplicemente un prestanome, poi in casa entra tutt’altra gente.

«Certo - racconta Manlio, che abita nel palazzo accanto - qui persone per bene non vengono quindi chi affitta sa a chi affitta. Solo che ci guadagna magari 100 o 200 euro a letto». «Di notte - conferma Ilario - nel palazzo c’è un via vai continuo, vanno su e giù fino alla mattina e fanno di tutto. Sembra la Stazione Centrale di Milano. Per terra troviamo pieno di escrementi, preservativi. Fanno venire i trans, quelli prendono la roba e in cambio fanno sesso sui pianerottoli. E se protesti sai cosa ti dicono? "Prenditela con gli italiani, se noi siamo qui a vendere - droga e sesso - è perché loro vengono a comperare". Ma è mai possibile che non si possa smantellare una cosa del genere? È perché non han voluto. La situazione è invivibile ormai. Dopo le 9 di sera io non posso più uscire. I carabinieri passano davanti al palazzo con la ronda, ma loro dentro fanno quello che vogliono. Certo, entrare qui al buio è pericoloso anche per le forze di polizia. Io l’ho detto al sindaco: ho paura! Ma non riesco ad andarmene, ho una certa età e la banca non mi fa più un mutuo».

Naturalmente in questi palazzi non sono tutti malviventi: ci vivono anche famiglie di gente che lavora, e la signora Teresa se ne preoccupa: «Adesso ci tolgono anche l’acqua: qui dentro è pieno di bambini, se fanno una cosa del genere li denunciamo. La Bas i soldi se li faccia dare dal Comune, oppure vadano a chiederli agli italiani che incassano gli affitti di questa gente: che paghino loro. Invece mi dicono: "Lei signora è in un contesto. Deve pagare la sua acqua e in più quella che resta verrà ancora ripartita. Ma quanto devo spendere, non ho mica una villa qui a Zingonia!». «Sul mio pianerottolo - conferma Dorino - c’è una famiglia di gente brava, una signora dello Zimbabwe che ha un lavoro regolare, ma anche lei con i suoi bambini piccoli qui dentro non può stare più. La casa l’ha comprata, era a due passi dal lavoro ed era contentissima. Ora anche lei si è rivolta al sindaco, i suoi figli hanno paura. Se questi palazzi li buttano giù questa famiglia cosa fa? Se ci tolgono l’acqua noi dove andiamo?». È una situazione esplosiva, come si vede. E quando leggerete queste righe, stamattina, la miccia sarà già innescata.

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