COPIA DI Affidata a un imprenditore bergamasco
la figlia di Codeluppi, ucciso in Brasile

Nei primi giorni della settimana il Giudice dei minori deciderà per l'affidamento di Caterina, la figlia 14enne di Giuseppe Codeluppi, ucciso in Brasile. La ragazza, con ogni probabilità, sarà affidata a Pierattilio Maino, imprenditore bergamasco che da quasi 10 anni vive in Cumbuco ben inserito nel tessuto sociale avendo impiantato un laboratorio per la produzione di fotoceramiche funerarie. «I servizi sociali di Caucaia - dice lo stesso Maino - hanno steso varie relazioni tutte in modo soddisfacente circa questa temporanea soluzione, almeno fino all'arrivo in Brasile di un parente della famiglia che possa riportare a Bergamo la ragazzina e la salma del padre. Sul fronte delle indagini si è invece mossa molto attivamente la dottoressa Enza Bosetti del Consolato Italiano in Recife (a Fortaleza è attivo un Vice-Consolato) che ha chiesto ed ottennuto l'intervento diretto del dottor José Nival Freire da Silva, segretario della sicurezza pubblica dello Stato del Cearà. Il Brasile del resto è uno Stato Federale ed ogni singolo Stato ha amplissima possibilità di muoversi ed applicare normative anche locali. Tutto questo perché il movente e la dinamica del delitto compiuto da un minorenne ancora a piede libero vengano alla luce il più velocemente possibile». Si è attivata anche la commissaria della polizia civile Ivana Timbó, in quanto questo caso non rientra tra le competenze della polizia federale. Dal canto suo Pierattilio Maino consiglia a tutti i visitatori del Ceará di muoversi sempre in luoghi sicuri. E' la seconda volta che Maino corre in aiuto di altri bergamaschi: 4 anni or sono un bergamasco di Almé si ferì in circostanze non chiare e rimase infettato da un virus che all'ospedale civile di Caucaia non sapevano riconoscere e trattare. Necessitava di un ricovero immediato in una clinica specializzata ed essendo venerdi pomeriggio non si aveva la possibilità di far intervenire le assicurazioni per la copertura della ingente spesa medica. Maino mise sul tavolo un assegno di garanzia e il bergamasco fu immediatamente ricoverato ed assistito per un lungo periodo prima di far ritorno a Bergamo ancora imbarellato

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