Alpini, in 400 mila all'adunata
«Invasa anche la provincia»

Corrado Perona è un alpino doc, figlio di un alpino decorato con medaglia di bronzo al Valor militare nella Grande Guerra. Dopo il servizio militare, prestato all'8° reggimento alpini, battaglione «L'Aquila» a Tarvisio si è iscritto all'Ana in cui ha ricoperto diversi incarichi, fino a raggiungere la presidenza nazionale nel 2004. La prima domanda per lui non può che riguardare la prossima 83ª adunata a Bergamo che si svolgerà a maggio.

A che punto siamo con i preparativi?
«Sono molto tranquillo, la preparazione di un'adunata è un'attività complessa e frenetica, ma ho piena fiducia nei collaboratori che stanno lavorando alacremente. So che anche oggi il Comitato ha incontrato i responsabili del Comune di Bergamo; tutto sta andando secondo programma».

Che cosa si aspetta dalla nostra città? Come verranno accolti i «suoi» alpini?
«Le adunate sono sempre momenti di grande festa. Anche a Latina, che si presentava come sede decentrata, c'è stata una signora adunata, ma è chiaro che a Bergamo si gioca in casa: Bergamo è terra di alpini e posta in una zona favorevole. Avrà un grande successo. Già nel 2006 quando ho partecipato all'adunata sezionale svoltasi in città ho ricevuto un'ottima impressione, non solo per la presenza delle penne nere, ma per l'accoglienza del popolo bergamasco».

Quanti gli alpini e non alpini previsti nei due giorni di festa?
«Difficile stimare le presenze, ci saranno alpini, amici e familiari. Si ipotizzano 400 mila persone. Il fatto importante è che non sarà invasa solo la città, ma sarà festa in tutta la provincia, in tutti i paesi. Molti gruppi si stanno organizzando tra loro per offrirsi ospitalità in perfetto spirito alpino».

Nel sito dell'Ana è riportato il «Decalogo dell'adunata» che richiama gli alpini ad assumere comportamenti consoni.
«L'adunata coinvolge migliaia di persone, talvolta possono verificarsi episodi spiacevoli. Noi vorremmo che fosse una festa per tutti».

Era a Bergamo nel 1986 per la precedente adunata? Che ricordo ne ha?
«Allora ero presidente della sezione di Biella e ho bei ricordi, anche se allora vivevo l'adunata più da "alpinaccio", ora in modo più tranquillo».

Ha incontrato l'unica donna bergamasca a indossare la divisa di alpino, Laura Billitteri. Cosa ne pensa della presenza femminile nelle truppe alpine?
«La loro presenza nelle truppe ora non mi sorprende. Devo riconoscere che in quanto a determinazione le donne non sono seconde a nessuno. Inoltre nelle missioni di pace in cui ci si trova ad affrontare situazioni difficili che coinvolgono la popolazione, la loro sensibilità è un valore aggiunto».

Operazione «Strade sicure»: che ne dice dell'impiego degli alpini nelle città?
«Nella piccola città in cui vivo non sono presenti, ma credo che il loro apporto sia positivo: non ho sentito nessuna lagnanza, quindi stanno sicuramente facendo bene. Mi fa piacere che a Bergamo siano presenti».

L'impegno dell'Ana nelle situazioni di emergenza è costante. Recentemente in Abruzzo, ora ad Haiti: come vi state muovendo?
«In Abruzzo, a Fossa, abbiamo realizzato 33 nu case, ma il nostro impegno non è terminato. Anzi vogliamo procedere, considerando che ancora molti sono i fondi che abbiamo a disposizione. Per Haiti la situazione è differente. Ho deciso di non aprire una raccolta fondi, perché siamo abituati a rendere conto dei soldi che ci vengono affidati. Le condizioni del dopo terremoto nell'isola sono ancora troppe incerte, ciò non toglie che in un secondo tempo ci sarà la possibilità di sostenere attività di ricostruzione. Per ora il nostro ospedale da campo Ana è pre-allertato. Le truppe alpine sono impegnate concretamente con gli uomini inviati sulla portaerei Cavour».

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