Cronaca / Isola e Valle San Martino
Domenica 07 Marzo 2010
Minitalia da tre anni in attivo
Il sorriso come ricetta anticrisi
Il sorriso come terapia anticrisi, insomma, diventa non solo un fattore psicologico, ma un vero e proprio dato economico da valutare a fondo perché finisce per rappresentare sul territorio quel volano per l'economia che gli analisti auspicano come strumento per il rilancio. Il caso di Minitalia Leolandia a Capriate San Gervasio, il maggiore parco di divertimenti della Lombardia con le sue 37 attrazioni su un'area di 200 mila metri quadrati, è emblematico.
Con una particolarità di grande significato: con Gardaland in mano agli inglesi e Mirabilandia «colonizzata» dagli spagnoli, è rimasto l'unico fra i grandi parchi «non acquatici» della Penisola sul quale ancora sventola la bandiera italiana. «Anzi, bergamasca» sottolinea con orgoglio Massimiliano Freddi, direttore marketing e comunicazione di Minitalia Leolandia, che ci tiene a sottolineare lo stretto legame con il territorio sia in termini di occupazione, sia in termini di indotto.
«Bergamasca - osserva infatti Freddi - è la società Thorus, che dal 2007 ha acquisito il parco avviandone il rilancio in grande stile. Bergamasca è la maggior parte dei 120 addetti che compongono, a pieno regime, la forza lavoro del parco. Una forza lavoro che lo scorso anno, in un periodo di forte crisi occupazionale, ha fatto registrare un incremento del 20%. E di questi effettivi esattamente un terzo (cioè 40: quelli impegnati nei settori marketing, manutenzione, scenografie) sono a tempo pieno: un dato non da poco per un'attività stagionale, che resta aperta da fine marzo ai primi di novembre. Per fare un esempio, sarebbe un po' come se uno stabilimento balneare avesse 40 dipendenti fissi per tutto l'anno, anche d'inverno».
E bergamasca, infine, è «la quasi totalità dell'indotto, visto che ci rivolgiamo a fornitori e partner del nostro territorio». Nel 2009 Minitalia Leolandia ha fatto registrare un incremento di incassi del 20%, «staccando» 320 mila biglietti nel corso della stagione. Un trend positivo che va ad aggiungersi a quello dei due anni precedenti, e che ha consentito cospicui reinvestimenti (pari a circa 8 milioni di euro in due anni di lavori) forieri di importanti novità in vista della riapertura fissata per sabato 20 marzo.
«La Novità, con la "N" maiuscola, è la Minitalia, anche se può sembrare anacronistico definire novità un "evergreen" che affascina grandi e bambini ormai da 39 anni. Eppure siamo veramente di fronte a qualcosa di straordinario» aggiunge Freddi, che ha alle spalle un'esperienza professionale per Disneyland Paris e ha quindi gli elementi per scomodare termini di paragone impegnativi: «Non avevo mai visto in questo settore un investimento tanto consistente in un colpo solo, ma soprattutto non avevo mai visto tanto entusiasmo attorno alla realizzazione di un'opera».
Un entusiasmo che ha consentito di abbinare una profonda innovazione tecnologica con un elemento di grande tradizione nato dalla felice intuizione della famiglia Pendezzini che, nel 1971, decise di riprodurre la penisola italiana, sia nella forma che nel paesaggio, inserendo in scala ridotta i monumenti storici più importanti e le architetture simbolo della nostra tradizione artistica, creando così le premesse di quel connubio fra l'aspetto ludico e quello didattico-educativo che è ancor oggi alla base del parco di Capriate.
Dalla storia alla geografia, dalla natura («abbiamo un rettilario e una collezione di pappagalli fra i più importanti d'Italia - spiega Freddi - un acquario ricchissimo, ma anche un ampio spazio dedicato a quegli animali da fattoria che i nostri bambini di città oggi hanno pochissime opportunità per conoscere») fino alla scienza e alla tecnologia, attraverso la scoperta della figura di Leonardo da Vinci, che soggiornò a lungo (lasciando diverse testimonianze del suo genio) nella zona dell'Adda. E che oggi Minitalia Leolandia presenta in una veste a prova di bambino attraverso un museo interattivo e diverse attrazioni ispirate alle sue invenzioni, tra le quali spicca la più recente («Le rapide di Leonardo») ispirate al sistema di chiuse da lui ideato per i Navigli.
«Con un po' di presunzione - conclude Massimiliano Freddi - abbiamo pensato a cosa avrebbe fatto Leonardo se fosse vissuto ai nostri tempi e qualcuno gli avesse chiesto di progettare qualche attrazione, e questo è il risultato. Forse il diretto interessato non lo condividerebbe, però chissà: magari si sarebbe divertito anche lui».
Piero Vailati
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