«Compriamo uova di galline libere
e non di quelle tenute in gabbia»

Sotto i portici del Sentierone, la Lega Anti Vivisezione Onlus (Lav) di Bergamo ha lanciato un appello che sarà ripetuto anche domenica 14 (dalle 10 alle 18) per difendere 40 milioni di galline. «Una gallina libera è meglio di una in gabbia. Per questo non acquistate mai le uova di galline in gabbia che riportano, nella parte sottostante della confezione, il codice 3. Allevate con questa modalità subiscono un alto grado di frustrazione e stress». Ecco la sintesi del problema.

Allo stand presente in centro i cittadini hanno la possibilità di firmare cartoline-appello rivolte ad amministratori locali e supermercati per invitarli a preferire le uova di galline libere. «In Italia l'80% delle galline allevate, circa 40 milioni, passano la loro breve vita rinchiuse in una piccola gabbia - argomenta Sara Chiodini, responsabile Lav Bergamo –. In questo modo non hanno alcuna possibilità di muoversi, né manifestare comportamenti naturali per produrre gran parte di quei 12,9 miliardi di uova consumate dalle famiglie italiane in un anno. Le confezioni che riportano il codice 0 (allevamento biologico) e il codice 1 (allevamento all'aperto) sono da preferire sempre rispetto alle confezioni di uova con il codice 3 (allevamento in gabbia)».

C'è da ricordare che una direttiva Europea del 1999 sulla protezione delle galline ovaiole negli allevamenti ha introdotto il bando delle gabbie di batteria convenzionali a partire dal primo gennaio 2012. La direttiva rappresenta una storica vittoria per il movimento animalista, ma l'industria avicola ha già domandato di ritardare ulteriormente il bando

Allo stand della Lav c'è anche la possibilità di acquistare un tradizionale uovo di cioccolato fondente della Lav con un contributo minimo di 11 euro.

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