Cronaca
Venerdì 19 Marzo 2010
Crisi, a Bergamo meno risparmi
e più difficoltà nel pagare i prestiti
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Il quadro emerge dalle elaborazioni effettuate dal centro studi Sintesi per il Sole 24 Ore su dati Banca d'Italia: un confronto tra il periodo precedente e successivo alle disavventure finanziarie originate dai crack statunitensi del settembre 2008. La Bergamasca è una delle poche province italiane ad aver visto scendere la percentuale media per trimestre dei risparmi accantonati dalle famiglie dopo i vari fallimenti registrati oltreoceano e che hanno avuto il loro culmine con la bancarotta dell'allora colosso bancario Lehman Brothers.
Solo il +1% la variazione trimestrale registrata a Bergamo nel periodo post-crack Lehman (ci piazziamo al 10° posto tra le crescite minori, quindi al 98° posto tra le 107 province analizzate) rispetto al +2,3% messo in cassaforte nel periodo antecedente il fallimento. La media nazionale va invece in direzione opposta, crescendo del 2.2% rispetto all'1,5% registrato nei mesi antecedenti la crisi.
Se da un lato Bergamo vede rallentare la corsa delle famiglie ai depositi bancari, sul fronte delle sofferenze e delle richieste di finanziamenti è l'esatto contrario. Dati che segnalano una forte difficoltà delle famiglie quanto meno nel stare al passo con i pagamenti. In tema di sofferenze, Bergamo ha registrato un'autentica impennata, passando dal -36,4% del periodo pre-crack (circa 252 milioni di euro a fine 2007) al +55.5% registrato da ottobre 2008 a fine 2009 (circa 249 milioni di euro rispetto ai circa 160 milioni del 30 settembre 2008).
Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 19 marzo
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