«La mia vita è sconvolta
ma non mi sento un eroe»

Nella notte tra il 23 e il 24 gennaio 2009, per difendere una ragazza che stava litigando con il fidanzato a Torre de' Roveri, fu colpito da quest'ultimo con un coltello: la lama gli lesionò il midollo e M. C., all'epoca venticinquenne, operaio di Torre de' Roveri, rischiò di perdere la vita.

Dopo più di un anno, M. C. sta lentamente migliorando, il timore che non potesse più muovere nulla dal collo in giù è stata sfortunatamente scongiurata dopo 104 giorni in ospedale, ma la tetraparesi di cui soffre non consentirà al giovane di condurre una vita normale. Non riavrà mai più la mobilità completa.

La mano destra rimarrà lesionata, fatica a tenere in mano una penna, e le gambe vanno un po' meglio perché il ventiseienne riesce a camminare, sia pure a stent oe stancandosi molto. Eppure M. C. è un ragazzo sereno, che lotta tutti i giorni per migliorare la sua condizione. E che è sicuro di una cosa: lo rifarebbe. «Sì, penso che tutti sentendo le urla di una ragazza avrebbero tentato di aiutarla, non mi pento affatto di essere accorso. La considero una cosa normale e non mi sento assolutamente un eroe».

Il suo aggressore, un impiegato di 27 anni di Grassobbio, è stato condannato a 7 anni e a 200 mila euro di risarcimento: «Non si è mai fatto sentire, ne lui, né la sua famiglia. Ma non mi interessa. Lui pagherà quel che deve pagare e io proverò a riprendermi il più possibile». Leggi di più su L'Eco di sabato 3 aprile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA