Muore per un malore in ospedale
Era stato dimesso poco prima

Sarà celebrato sabato 8 maggio alle 14,30 nella parrocchiale di Seriate il funerale di Marco Novelli, l'operaio trentanovenne di Bagnatica che è morto a causa di un malore da cui è stato colto nella tarda serata di martedì 4 maggio nella sua abitazione e che poco dopo, nella stessa nottata, gli ha stroncato la vita agli Ospedali Riuniti di Bergamo.

Nella struttura ospedaliera cittadina il 39enne era già stato ricoverato lunedì 3 maggio per un altro malore. Le sue condizioni erano migliorate ed era stato dimesso la mattina del giorno successivo, martedì 4 maggio. Ma dopo alcune ore, nella tarda serata di martedì, Marco Novelli ha ripreso a star male a casa sua: a nulla è servita la corsa disperata in ambulanza ai Riuniti, dove è arrivato in fin di vita a causa dell'arresto cardiaco che per lui è stato fatale.

«Marco è stato portato ai Riuniti il 3 maggio verso mezzogiorno per delle convulsioni - ricostruisce la cugina Loredana Ravasio - e qui vi è stato ricoverato fino alle nove del mattino del giorno dopo, martedì 4 maggio. È stato dimesso ed è tornato a casa».

Marco Novelli sembrava essersi ripreso dopo le cure mediche ma, dopo circa 14 ore, la ricaduta. Era a casa con la moglie, verso le 23 di martedì 4 maggio, quando ha iniziato nuovamente a non star bene. È stato portato d'urgenza ai Riuniti, dove è arrivato in arresto cardiaco al pronto soccorso. Lì il suo cuore ha smesso di battere dopo la mezzanotte.

Mercoledì si è svolto l'esame autoptico sul cadavere. Dagli ospedali Riuniti, giovedì hanno riferito che «si stanno concludendo gli accertamenti del caso. Per ora non esistono elementi che facciano pensare che l'assistenza prestata non sia stata adeguata alla situazione».

Il corpo senza vita di Novelli ha fatto ritorno a casa nella serata di mercoledì a Bagnatica, dove è stata allestita la camera ardente. In molti, giovedì, hanno fatto visita ai familiari sconvolti per la disgrazia successa. L'operaio era originario di Seriate e abitava in un appartamento in via Santissimo Redentore, sopra l'ufficio postale. Con lui viveva la moglie Vilmari, di origine cubana, con cui era sposato da ben nove anni. Dalla loro unione non erano nati figli.

Il defunto avrebbe dovuto compiere 40 anni il prossimo 9 maggio. «Era un gran lavoratore - ha ricordato di lui la cugina Loredana - e una persona molto socievole e alla mano». Lavorava come operaio per conto dell'azienda Ipa di Calcinate.

Monica Armeli

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