Il Tar bacchetta Ponte San Pietro
Tutto da rifare per il nuovo ponte

Si riapre la questione della costruzione del nuovo ponte sul fiume Brembo in località Briolo di Brembate Sopra. A rimescolare le carte è stato il Tar di Brescia, che ha revocato la delibera del Consiglio comunale del 22 dicembre 2007 con la quale il Comune di Ponte San Pietro aveva approvato il recesso dall'accordo di programma sulla costruzione dell'opera.

La pronuncia del Tribunale amministrativo azzera la posizione assunta dal Comune di Ponte San Pietro e riporta gli atti al 24 ottobre 2005, quando venne sottoscritto l'accordo di programma tra i Comuni di Brembate Sopra (ente capofila), Ponte San Pietro e Valbrembo e la Provincia di Bergamo, allora presieduta da Valerio Bettoni. A proporre la costruzione del nuovo ponte era stato il Comune di Brembate Sopra, per dare uno sbocco alla viabilità ad Est e offrire l'opportunità di far arrivare la linea dell'Atb nel centro abitato del paese, rendendo pedonale l'antico ponte di Briolo. I costi (circa un milione e 800 mila euro) sarebbero stati sopportati quasi interamente da Brembate Sopra, mentre la Pprovincia avrebbe messo a disposizione 250 mila euro. Subito il Comune capofila si attivò per la realizzazione, sulla base del progetto predisposto dallo studio di ingegneria e architettura Piazzini Albani.

L'allora sindaco di Ponte, che sottoscrisse l'accordo, era Leonida Pozzi, che nelle elezioni amministrative del 28 maggio 2006 fu poi sconfitto da Giuliana Reduzzi, la quale durante la sua campagna elettorale aveva apertamente annunciato che il ponte sul fiume Brembo in zona Briolo non sarebbe stato realizzato. Una volta eletto, il sindaco Reduzzi decise infatti di recedere dall'accordo, «denunciando il contenuto dell'accordo di programma – come si legge sulla sentenza del Tar di Brescia – non più favorevole per gli interessi della comunità, rilevando l'esistenza di sopravvenuti motivi di interessi pubblici».

Il Comune di Brembate Sopra si oppose a questa delibera consigliare e giorni fa è arrivata la pronuncia del Tar: «Non può ritenersi legittima la revoca unilaterale dell'accordo di programma pronunciata dal Comune di Ponte San Pietro, che dovrà sollecitare pertanto le altre amministrazioni coinvolte (Valbrembo e Provincia di Bergamo) a una rivisitazione dell'accordo in funzione delle nuove esigenze di interesse pubblico evidenziate dallo stesso. Le altre amministrazioni contraenti, se riterranno di non convenire con le modifiche richieste e non riusciranno a trovare una nuova soluzione che soddisfi tutte le parti contraenti, dovranno specificare quali sono gli interessi pubblici che ostano all'assetto degli interessi proposto da Ponte».

«Noi intendiamo continuare sulla strada dell'accordo di programma – Precisa Giacomo Rota, attualmente vice sindaco ma nel 2005 sindaco di Brembate Sopra –. Dopo cinque anni i costi sono intanto saliti a circa tre milioni. Mi auguro che si arrivi a una definizione di fattibilità dell'opera, ma chiederemo i danni. Come Comune capofila chiederemo la conferenza di fattibilità prevista dalla convenzione, invitando gli enti sottoscrittori. In caso di nuovo diniego partirà immediatamente la richiesta danni oltre alle spese processuali e progettuali, di circa 260 mila euro».

Da parte sua, il sindaco di Ponte Giuliana Reduzzi è estremamente cauta: «Mi sembra che la delibera del Tar lasci la questione ancora aperta e anzi, possa aprire ulteriori scenari. Prima di entrare nei dettagli, però, preferisco esaminare gli atti con i miei legali».

Angelo Monzani

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