Delitto di Rivolta d'Adda, Lussana:
«Alfano accerti». Caso alla Camera

Una richiesta formale di indagine inviata al Consiglio superiore della magistratura e un'interrogazione alla Camera rivolta ai ministri Alfano e Maroni. Con un unico obiettivo: far luce sull'operato dei magistrati che si sono occupati di Gaetano De Carlo, il cinquantaquattrenne di Vailate (Cremona) che mercoledì scorso ha ucciso due donne, l'ex fidanzata Maria Montanaro, a Riva di Chieri (Torino), e poi a Rivolta d'Adda Sonia Balconi, già sua vittima di stalking, prima di suicidarsi a Corneliano Bertario.

A giorni il Csm fornirà infatti una risposta a Fabio Roia, consigliere togato dello stesso ente, che nei giorni scorsi aveva sottoposto al Comitato di presidenza del Consiglio superiore l'apertura di una pratica sul caso De Carlo. Nella sua richiesta Roia ha fatto riferimento alle notizie riportate dai giornali sul duplice delitto commesso da Gaetano De Carlo, sottolineando l'opportunità di verificare se in effetti l'uomo era stato «denunciato per condotte persecutorie nei confronti delle vittime», come appunto riportato dalla stampa, «per valutare se il caso fosse stato adeguatamente trattato e valutato da parte della magistratura competente».

Per il caso di Sonia Balconi si tratta della procura di Crema: la donna, di 42 anni, sposata e madre di una bimba di 4 anni, aveva infatti querelato De Carlo per molestie e lesioni. Proprio quella denuncia aveva portato al rinvio a giudizio del cinquantaquattrenne di Vailate con l'accusa di stalking: a novembre si sarebbe dovuta tenere l'udienza preliminare. Il procuratore di Crema, Daniela Borgonovo, si è detta disponibile a rispondere a tutte le eventuali domande del Csm sull'argomento.

In attesa di sapere se il Csm aprirà l'indagine sul caso, la parlamentare bergamasca Carolina Lussana (Lega Nord) ha intanto presentato sullo stesso tema un'interrogazione a risposta scritta al ministro della Giustizia Angelino Alfano e al ministro dell'Interno Roberto Maroni. Nel documento la parlamentare orobica sottolinea che lo stalking è un fenomeno preoccupante nel nostro Paese, visto che «in poco più di un anno sono state denunciate oltre 7 mila persone».

Prosegue Carolina Lussana: «Sono dati importanti, che servono a capire la diffusione e la pericolosità di questo reato, introdotto nel nostro Codice solo nel febbraio 2009 e che ha condotto a buoni risultati, visto che, fino a marzo 2010, sono state arrestate oltre 1.200 persone».

La legge prevede condanne da sei mesi a 4 anni: «La scelta del legislatore – continua l'interrogazione – è stata quella di fornire tutti gli strumenti indispensabili tanto alla magistratura quanto alle forze dell'ordine per prevenire e combattere un reato tanto odioso che colpisce non solo donne ma anche uomini. Tuttavia è compito della magistratura applicare la legge e, in presenza di un quadro probatorio consistente e all'esito di un giudizio di pericolosità sociale, adottare tutte le misure previste in via preventiva come la custodia cautelare in carcere, ove necessaria».

La parlamentare chiede quindi ai due ministri di sapere come valuteranno la vicenda e, in particolare, se il ministro della Giustizia, «non voglia accertare l'esistenza dei presupposti per le opportune iniziative di sua competenza in merito».
 Fabio Conti

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