Bergamo, 15 mila fedeli
alla festa del Perdono d'Assisi

«La Chiesa siamo tutti noi. E ognuno di noi, come San Francesco, è chiamato a riparare la Chiesa, testimoniando con convinzione la fede e l'etica cristiana, spesso disprezzate e attaccate dalla mentalità del nostro tempo». È la consegna lasciata da monsignor Lino Belotti, vescovo ausiliare emerito di Bergamo, intervenuto lunedì mattina, nella basilica di Sant'Alessandro in Colonna, alla festa del Santo Perdono d'Assisi, che tra domenica e lunedì ha visto la presenza di circa 15.000 persone, provenienti da Bergamasca, Brianza, Comasco e Lecchese.

Quest'anno, per iniziativa del prevosto monsignor Gianni Carzaniga, è stata introdotta una novità: domenica pomeriggio le porte centrali della basilica sono state spalancate come segno ufficiale di inizio della festa e dell'annessa indulgenza plenaria. Il momento clou della giornata è stata la processione penitenziale del «santo passaggio» per le vie attorno alla basilica, che vuole indicare simbolicamente il passaggio dei defunti dalla sfera terrena a quella celeste.

È stata guidata dal vescovo Belotti, che ha poi presieduto la concelebrazione eucaristica. All'omelia, ha ricordato l'origine della festa, quando San Francesco, in una visione nella Porziuncola, chiese al Signore «perdono intero e remissione delle pene a quelli che, pentiti e confessati, verranno a visitare questo luogo». In seguito a questo «privilegio» nacquero la festa del Perdono d'Assisi e l'omonima l'Associazione, con lo scopo di suffragare gli iscritti dopo la morte.

«Un giorno — ha detto il vescovo Belotti all'omelia — il Signore disse a Francesco di riparare la chiesa in cui stava pregando perché era in rovina. Ma il Signore non voleva dire i mattoni, ma la sua Chiesa, cioè tutti noi. Questo comando vale in ogni epoca».

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