Tessera del tifoso: cronistoria
Dalla protesta agli scontri

E adesso sono arrivati anche gli scontri. La tessera del tifoso continua a far parlare di sè, nel bene e nel male. Fortemente voluta dal Viminale come utile strumento nella lotta alla violenza negli stadi e obbligatoria per le trasferte da gennaio e, da questa stagione, anche per abbonarsi, la tessera ha ricevuto sin dall'agosto 2009 un'accoglienza abbastanza gelida. In molti hanno suscitato parecchi dubbi sull'iniziativa, dai presidenti dei club come Zamparini, Ghirardi e Pozzo, ai giocatori (vedi De Rossi alla vigilia dei Mondiali) passando per i tecnici (lo scorso anno l'allora ct Lippi fu abbastanza critico a riguardo).

Non sono mancati i pareri favorevoli, certo, all'interno del mondo del calcio e soprattutto della politica dove il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, da tempo si fa promotore della tessera, che ha definito in passato "uno strumento di fidelizzazione" del tifo e "il completamento di una serie di misure di maggior controllo per ridurre la violenza negli stadi". Sostenuto da Coni e Figc, il Viminale ha cercato di spazzare via l'idea, diffusa in gran parte delle curve, che si trattasse di una schedatura, ma il malcontento tra i tifosi si è fatto sempre più crescente. Un anno fa, di questi tempi, le proteste si limitavano agli striscioni davanti alla Lega Calcio, poi arrivarono le prime riunioni che vedevano anche gruppi spesso rivali unirsi nel no alla tessera, con tanto di sciopero del tifo come in occasione di Roma-Fiorentina del settembre scorso, con la Curva Sud deserta.

Ogni occasione è diventata buona per manifestare come quando, a Torino, in occasione della presentazione della "card del tifoso della Nazionale", gli ultras di Juve e Toro si ritrovarono fianco a fianco davanti al Palazzo del Comune.

Poi è stata la volta dei cortei, delle riunioni sempre più allargate, delle lettere ai giornali, per esempio quella spedita dagli ultras del Catania a "La Sicilia", dei gruppi su Facebook. Proteste comunque civili ma sempre più frequenti e dure, con un numero crescente di tifosi che ha pure rinunciato agli abbonamenti, in calo di circa il 20% a pochi giorni dal via del campionato. Si è parlato anche di tessere false a Napoli, in vista della trasferta a Firenze per la prima giornata, ma l'impressione che questo malcontento potesse degenerare ulteriormente era evidente.

L'ennesimo segnale era giunto in occasione della Supercoppa Italiana, quando a San Siro arrivarono fumogeni e petardi per dire no allo strumento voluto dal Viminale e ieri è stato toccato il fondo. Infine l'episodio di ieri sera ad Alzano Lombardo: slogan e petardi, poi lanci di oggetti, scontri con le forze di polizia, auto date alle fiamme e agenti feriti. Forse solo un episodio ma certo un campanello d'allarme che, in questa lunga lotta tra attorno alla tessera del tifoso, non può essere ignorato.

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