È morta anche la bambina
scivolata col fratellino nel Sebino

È morta purtroppo, nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 settembre, anche la bambina originaria del Burkina Faso, Zenabo Songue, che era scivolata con il fratellino ieri nel lago sulla sponda bresciana del Sebino, precisamente a Marone. Per il fratellino Abdoul di 6 anni, che sembrava in condizioni meno gravi, non c'era stato nulla da fare ieri, mentre la sorella di 8 - avrebbe compiuto i 9 a ottobre -  è deceduta alle 2 della scorsa notte agli Ospedali Riuniti di Bergamo, dov'era ricoverata, per arresto cardiocircolatorio causato probabilmente dai danni cerebrali per l'asfissia da annegamento.

Già ieri le sue condizioni erano apparse disperate, in serata c'era stato un piccolissimo miglioramento che aveva fatto sperare, ma invece è subentrato un nuovo peggioramento che è stato fatale. Ora si attende la decisione del magistrato in merito a un'eventuale autopsia.

L'incidente che ha visto sfortunati protagonisti i due bambini si è verificato poco dopo le 16. I due fratellini, in questo paese da qualche tempo insieme ai genitori, erano usciti di casa con la sorella maggiore di 12 anni per fare un giro sul lungolago e godersi gli ultimi giorni caldi d'estate. Una volta arrivati in località «Porto nuovo» si sono avvicinati all'acqua del lago camminando sullo scivolo di alaggio usato da piccole imbarcazioni e gommoni. All'improvviso, per cause ancora in corso di accertamento, sono scivolati finendo in acqua.

«A questo punto - racconta Paolo Mazzucchelli, di Marone, uno dei primi a intervenire e a prestare soccorso - ho sentito due turisti tedeschi che gridavano e chiedevano aiuto. Mi sono avvicinato e ho visto una donna che stava cercando di rianimare una bambina africana stesa a terra, priva di sensi. L'altro turista, forse suo marito, mi guardava e gridava: "Bimbo, bimbo!" indicando il lago. Allora ho chiamato un mio amico che sa nuotare: si è buttato nel lago e ha visto il piccolo sul fondo. Sarà stato a una profondità di circa due metri e mezzo. L'ha preso e l'ha tirato su: io l'ho preso per un braccio e l'ho adagiato a riva».

Nel giro di pochi secondi è stata lanciata la richiesta di soccorso anche al 118: l'Azienda regionale emergenza urgenza (Areu), ha quindi mobilitato le centrali operative del numero di emergenza di Bergamo e di Brescia. La collaborazione fra queste due realtà ha permesso di far intervenire due eliambulanze e di dedicare un'équipe a ogni bambino e di offrire un'azione di soccorso tempestiva e coordinata.

Lo staff medico infatti, una volta arrivato al «Porto nuovo» di Marone, ha cercato di rianimare i due bambini: entrambi erano andati in arresto cardiaco. Il loro cuore non batteva più e sembravano già spacciati. I volontari, gli infermieri e i medici del 118 però sono riusciti a rianimarli e a tener viva la speranza di farli sopravvivere.

Ma per il piccolo di sei anni, ieri sera, non c'è stato più nulla da fare. Nonostante i tentativi di rianimarlo è morto. «Non so quanti minuti siano rimasti sott'acqua - aggiunge ancora Mazzucchelli -, mi pare però che la bambina nel cadere abbia battuto anche la testa. Non so nemmeno come abbiano fatto a cadere: forse sono scivolati sul cemento coperto di alghe».

Anche la sorellina di otto anni è stata trasportata con l'eliambulanza, ma a Bergamo, e per qualche ora ha lottato tra la vita e la morte prima di arrendersi. Sul fatto ora indagano i carabinieri della stazione di Marone che fanno capo alla compagnia di Chiari. I militari hanno raccolto la testimonianza dei primi soccorritori e di quanti ieri pomeriggio stavano passando la giornata sul lago.


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