Al Gleno letti multisensoriali
per combattere l'Alzheimer

Curare attraverso i sensi: può sembrare un assurdo, soprattutto quando si tratta di malattie molto problematiche, per il paziente e i suoi familiari, quali l'Alzheimer e le demenze senili. Eppure la Fondazione casa di riposo Santa Maria Ausiliatrice onlus sta facendo scuola con l'introduzione, accanto alle classiche terapie farmacologiche, anche di forme di cura che puntano sulla musica, sui colori, sul risveglio di ricordi e affettività.

Sono già stati introdotti colori vivaci nelle stanze del nucleo Alzheimer, porte «mascherate» che sembrano quadri e armadi per evitare che vengano aperte dai pazienti più agitati, arredi che stimolano il ricordo di piante, fiori e stagioni, bambole speciali dalla Svezia che stimolano l'affettività dei malati.

Ora sono appena arrivati, sempre dalla Svezia, dei letti «multisensoriali», introdotti sia nel nucleo Alzheimer sia nel Centro diurno. E questi letti saranno a disposizione sia dei pazienti interni ed esterni ma anche degli stessi operatori sanitari per «decomprimere» lo stress.

«Per il momento i letti sono due, uno al nucleo Alzheimer e l'altro per il Centro diurno integrato - spiega Ivo Cilesi, responsabile Servizio terapie non farmacologiche e riabilitazione cognitiva dell'Area demenza della Fondazione S. Maria Ausiliatrice -. Si chiamano "music bed" in Svezia e hanno una doppia modalità di utilizzo. Bassi, comodi, e con testiera regolabile, hanno una coperta con microsfere molto morbida che attiva un massaggio speciale, rilassante, quasi un ritorno all'utero materno».

«Inoltre possono essere collegati a un impianto stereo e vibrare con la musica trasmessa, che può variare a seconda dell'empatia dei pazienti con particolari ritmi. Servono a placare crisi di agitazione e possono essere usati anche come terapia preventiva. Non solo: risultano utilissimi a medici e infermieri per sostenere lo stress quotidiano». Leggi di più su L'Eco di domenica 5 settembre.

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