Passa col rosso in bici, via 6 punti
e 150 euro di multa. Che ne pensi?

Passa con il rosso in sella alla sua bicicletta e gli tolgono 6 punti dalla patente oltre a una sanzione di 150 euro. È successo domenica 9 agosto in via Baioni, a Bergamo. Lo sfortunato ciclista è un imprenditore di Valverde. È l'effetto del decreto sicurezza, e lui protesta: «Nemmeno andavo veloce». Cosa ne pensi della decisione della decisione delle forze dell'ordine?

Un uomo solo al comando. Di una classifica che a lui deve suonare beffarda: Fabrizio Segnini, imprenditore di 43 anni, è il primo ciclista in Bergamasca (e forse in Italia) a perdere punti della patente dell'auto per un'infrazione commessa in bici. La maglia rosa della sfortuna se l'è infatti guadagnata domenica pomeriggio 9 agosto, a meno di 48 ore dall'entrata in vigore del pacchetto di sicurezza che ha introdotto decurtazioni di punteggi anche per gli indisciplinati a pedali.

Sei punti spariti per essere passato col rosso davanti a una pattuglia della polizia stradale. Un gesto di sfida? Un polemico affronto dopo la marea di malumore che la nuova normativa ha creato tra il popolo della pedivella? Macché, Segnini non è di quegli esaltati che, specie la domenica mattina e preferibilmente in gruppo, trasformano le strade in tappe non autorizzate, con semafori bruciati, strisce pedonali ignorate e occupazione militare della carreggiata. L'imprenditore multato è, per sua stessa ammissione, solo un tipo un po' sovrappeso che con la bici da corsa tenta di perdere chili.

Il rosso confessa infatti di averlo bypassato per non mettere il piede a terra, gesto che tra i cicloamatori deve essere vissuto come una mortificazione. «Ma no - ribatte Segnini -, è che se hai il cambio un po' duro come il mio, cambiare da fermo comporta il rischio che ti salti la catena. E mica posso scendere dalla bici e mettermi ad aggiustarla a ogni semaforo». Il 43enne, titolare di una ditta di traslochi, ieri era uscito da casa sua, in via Valverde, intorno alle 17. «Volevo fare un po' di movimento, mosso dalla mia coscienza dopo che a tavola avevo mangiato un po' troppo - racconta al telefono -. Volevo approfittare del fatto che in città a quell'ora non c'era nessuno». Ma in centro il cicloamatore non c'è nemmeno arrivato: per lui la corsa s'è interrotta con un traguardo volante a poco più di un chilometro dalla partenza.

In via Baioni, all'altezza del campo sportivo Utili, s'è imbattuto nel semaforo rosso fonte dei suoi guai. «C'era una macchina della polizia stradale ferma - dice -, l'avevo vista, eccome. Le sono passato accanto, sulla destra, a passo d'uomo. Visto che a destra la strada è a fondo chiuso, ho svoltato costeggiando il marciapiede, sempre pianissimo, e attraversando la strada a fondo chiuso per poi immettermi di nuovo su via Baioni. È vero, il verde è scattato qualche attimo dopo; non contesto di essere passato col rosso, ma non andavo forte e non ho creato alcun pericolo alla circolazione, la strada in quel momento era deserta. Pensavo che i poliziotti avessero capito la situazione e fossero più tolleranti». Gli agenti lo hanno invece fermato pochi metri dopo: documenti, prego. «State scherzando o fate sul serio?», ha provato a chiedere prima di capire che era buona la seconda. All'imprenditore non è così rimasto altro che mostrare la patente e prendere atto che i poliziotti stavano compilando la contravvenzione: 150 euro e, novità, sei punti da decurtare. Fino alla mezzanotte di venerdì gli sarebbe toccata soltanto la multa, come a quell'esponente politico cittadino che nel 2006 i vigili avevano pescato a pedalare con il telefonino in mano. «Quando giro per lavoro capita di prenderne di multe: le ho sempre pagate - confida Segnini -. Ma questa mi sembra una presa per i fondelli. Primo, perché non ho creato pericoli alla circolazione; secondo, perché mi tolgono i punti della patente dell'auto per un'infrazione commessa in bici. E se non avessi avuto la patente, che cosa succedeva? Vuol dire che chi ne è privo è un privilegiato perché in bicicletta può fare ciò che vuole, al massimo prende una sanzione pecuniaria. Certo che, a questa stregua, la maggior parte dei cicloamatori perderebbe la patente nel giro di dieci minuti e di tre semafori».

Per protesta il 43enne s'è rifiutato di firmare il verbale. «Mi brucia, davvero, è una presa in giro», fuma di rabbia. Era uscito per perdere qualche chilo, è tornato comunque alleggerito: nel portafogli e nel patrimonio dei punti-patente. La prima vittima a pedali di un pacchetto sicurezza che finora ha fatto rumore per ronde e clandestini: davvero c'è di che sentirsi beffati (anche se col rosso non si deve mai passare). Unica consolazione è che la moda viabilistica impone sempre più rotonde e sempre meno semafori. Coraggio Segnini, il futuro è dalla sua parte.

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Documenti allegati
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