Attenzione alle vendite in strada
Dal garante condanna a 15 mila €

L'Autorità condanna le vendite «scorrette» effettuate fuori dai locali. La causa partita da una denuncia di Adiconsum Bergamo. «Sarà più difficile ingannare le persone per strada».

Adiconsum Bergamo ha ottenuto una nuova vittoria sul fronte delle truffe e delle vendite «scorrette». L'autorità garante della Concorrenza e del Mercato, infatti, ha reso noto il provvedimento adottato contro Linerouge S.r.l. per pratica commerciale scorretta. In pratica, viene comminata una sanzione amministrativa di 15.000 euro, che potrebbe aumentare nel caso di inottemperanza alla delibera dell'Autorità, fino ad arrivare alla sospensione dell'attività di impresa per un periodo non superiore a trenta giorni, nei casi di reiterata inottemperanza.

La decisione dell'Autorità riveste particolare importanza per la tipologia a cui si riferisce «la pratica commerciale scorretta». La storia parte più di due anni fa.

«Nell'agosto del 2008 – racconta Eddy locati, segretario generale di Adiconsum Bergamo -, segnalammo all'Autorità Garante che la Linerouge, aveva promosso, con modalità oscure e poco trasparenti, la vendita dei propri prodotti ad una signora di Albino; ci trovavamo di fronte all'ennesima vendita fatta per strada, col solito “sistema” di avvicinare dei consumatori (soprattutto giovani), affermando di voler effettuare un'indagine di mercato, per poi sottoporre loro una cedola, denominata “cedola di commissione” che, una volta sottoscritta, comportava invece un obbligo di acquisto di prodotti, con possibilità di pagamento rateale. Alla signora venne fatto sottoscrivere un modulo di acquisto di prodotti Mediastore, per un importo di 1.700 euro, tra l'altro con la previsione del pagamento rateale attraverso una richiesta di finanziamento ad una Società finanziaria, senza che il consumatore ne fosse in alcun modo consapevole».

L'Autorità, al termine della dovuta istruttoria, ha valutato la condotta della ditta, «scorretta, in quanto idonea a indurre in errore il consumatore», facendogli conseguentemente assumere «una decisione economica che non avrebbe altrimenti adottato». Più in particolare, tale condotta «si è sostanziata nell'acquisizione del consenso dei consumatori all'acquisto di prodotti.....attraverso un'informativa del tutto omissiva e fuorviante, avvicinando i possibili acquirenti in spazi aperti al pubblico e rivolgendo loro domande su hobby e interessi».

«Ambiguo fu il tipo di aggancio – prosegue Locati -, ambigui i moduli utilizzati, nei quali mai si parla espressamente di acquisto, ambigue le clausole di recesso indicate, ambigue le indicazioni delle modalità di pagamento, soprattutto quando si ipotizza una richiesta di finanziamento ad una società finanziaria, il cui contratto venne sottoposto al consumatore solo tempo dopo, al momento della consegna dei beni. E' sulla base di tutto ciò che la pratica commerciale in oggetto è stata ritenuta illecita dall'Autorità, con un provvedimento importante, perché, purtroppo, questa metodologia di vendita per le strade è ancora diffusa nella nostra Provincia! Nel consigliare comunque i consumatori a non firmare mai nulla se non si è più che certi di quello che viene proposto, forti della decisione dell'Autorità, invitiamo coloro che l'avessero fatto, a non accettare passivamente sia la consegna del materiale, che il suo pagamento, rivolgendosi immediatamente alle nostre sedi per istruire la pratica di annullamento del contratto».

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