Concussione e truffa alla Siae
Ex ispettore condannato a 2 anni

Un ex collaboratore della Siae di Dalmine è stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) e al risarcimento dei danni morali e patrimoniali in favore dell'Ente, causati dall'attività di falsa programmazione musicale. Secondo l'accusa, un 42enne agente di commercio di Sant'Omobono Terme, aveva chiesto 2.000 euro al titolare delle discoteca Genesi di Dalmine (ex Obsession, poi Contrada) in cambio di controlli più morbidi.

Il pm Maria Mocciaro lo scorso maggio aveva chiuso l'inchiesta, chiedendoil rinvio a giudizio per l'ispettore della Siae che era finito in manette con l'accusa di concussione il 21 marzo di due anni fa. L'accusato era stato incastrato grazie a una telecamera nascosta in uno scatolone con un foro rettangolare. Era questo lo stratagemma con cui i carabinieri di Treviglio avevano potuto documentare lo scambio di denaro tra il titolare del locale e l'ispettore della Siae la sera del Venerdì Santo. Prima del filmato c'era stata un'attività di indagine, con i militari del nucleo operativo radiomobile che avevano ascoltato le telefonate del 42enne e che poi avevano organizzato il rendez-vous per la consegna della mazzetta, con tanto di banconote fotocopiate. Nel filmato registrato dagli investigatori, si vedeva il 42enne seduto alla sinistra di una scrivania mentre parlava con il titolare della discoteca, seduto davanti a lui.

La conversazione era durata alcuni minuti, poi era arrivato il momento dello scambio del denaro. Era da poco passata la mezzanotte del 31 marzo, nelle immagini registrate dalla telecamera nascosta si vedeva il titolare prendere le banconote e contarle prima di consegnarle all'ispettore, che dopo averle ricevute le aveva contate a sua volta. Una volta intascati i soldi, il quarantenne si era alzato ed era uscito dalla stanza, senza sapere che, fuori dal locale, lo stavano aspettando i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Treviglio.

L'ex ispettore aveva spiegato che sarebbe stato il titolare della discoteca, suo amico, a chiedergli di metterlo in contatto con qualche suo superiore nel tentativo di diradare e alleggerire le ispezioni di cui si sentiva ultimamente vessato. Versione che contrasta con quella accusatoria, secondo la quale la richiesta sarebbe partita non dall'imprenditore, ma dall'ex ispettore. Per l'accusa, se davvero l'offerta di denaro fosse partita dal titolare del locale (in questo caso si configurerebbe la corruzione), il comportamento dell'imprenditore sarebbe contraddittorio: perché era stato lui a presentare denuncia ai carabinieri.

Per quanto riguarda la truffa alla Siae, la Procura ha così accertato l'esistenza di un vasto fenomeno di falsa programmazione nella provincia di Bergamo. cioò in quanto i titoli dei brani musicali eseguiti non corrispondevano a quelli indicati nei borderò compilati dai direttori delle esecuzioni sotto la responsabilità degli esercenti, con conseguente incasso di illeciti proventi per diritti d'autore.

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