Autolinee, capolinea del disagio
«Baby gang» e bulli in azione

Sembra un gioco, uno scherzo, ma c'è davvero poco da ridere. Un ragazzino che si avvicina a un coetaneo, gli si para davanti, «ciao ti ricordi di me?», il malcapitato che cerca di cambiare strada, non ci riesce perché l'approccio si fa più fisico, coinvolge altri giovani e a un certo punto si trasforma in un reato a tutti gli effetti: taglieggiamento per scucire qualche euro o una sigaretta nel migliore dei casi, rapina (del portafogli o del cellulare) in quello peggiore e per il momento fortunatamente meno consueto.

Succede a Bergamo, in pieno centro, vicino alla stazione Autolinee. Un porto per sbandati dove negli anni, tra alti e bassi, si sono succedute ondate fatte soprattutto di spaccio, pessime frequentazioni legate alla droga o alla microcriminalità e dove, da qualche tempo, ci si confronta con un nuovo e preoccupante fenomeno: vere e proprie bande di giovanissimi, che qualcuno ha già ribattezzato «baby gang».

Tutti minorenni e non solo maschi e un'attitudine alla molestia. Il loro orizzonte non si ferma alle Autolinee. Di tanto in tanto qualcuno infatti si sgancia, sale sugli autobus diretti a Porta Nuova e quando torna in genere non è mai a mani vuote. Una decina di giorni fa il gruppetto si era accanito con un liceale in attesa dell'autobus dalle parti della stazione. Copione classico: in quattro o cinque lo circondano, cominciano a strattonarlo e col sorriso sulle labbra gli soffiano il borsellino. Volano pacche, spintoni pure con le ragazzine che, in certi casi fanno parte del gruppo, ma in altri sono assolutamente estranee. Lo scorso 9 ottobre a un giovane che partecipava al corteo studentesco è bastato reagire alla sottrazione di un cappellino per ricevere un pugno in faccia.

«Già da tempo – racconta Luca Mangili presidente del comitato delle Autolinee – ci troviamo a dover convivere con un gruppo di giovanissimi delinquenti, comunque maggiorenni, dediti più che altro allo spaccio. Ora l'arrivo di questi soggetti, che a differenza dei primi sono tutti minorenni, rappresenta una brutta novità proprio per la loro età e per il fatto che si tratta di un'ulteriore passo nell'escalation di degrado e microcriminalità a cui assistiamo da anni». «L'auspicio – conclude – è che le forze dell'ordine tengano particolarmente monitorata questa delicata situazione, coinvolgendo anche il provveditorato agli studi. In fondo il posto di questi ragazzini è sui banchi di scuola e lì dovrebbero tornare».

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