Lesina e Bregogna sotto controllo
Due vasche anti-allagamento

Una grande vasca - anzi due - da realizzare a Ponte San Pietro, in un'area agricola nelle vicinanze di Villa Mapelli. È questo il principale intervento con cui si potrebbero prevenire le esondazioni del torrente Lesina e dell'affluente Bregogna.

Una grande vasca (anzi, due) da realizzare a Ponte San Pietro, in un'area agricola nelle vicinanze di Villa Mapelli. È questo il principale intervento con cui si potrebbero prevenire le esondazioni del torrente Lesina, che scorre nell'Isola, e dell'affluente Bregogna. Gli ultimi episodi risalgono all'estate del 2008. Per studiare la situazione e proporre soluzioni al problema, il Pirellone, di concerto con il Consorzio di bonifica della Media pianura bergamasca e con nove Comuni (Almenno San Bartolomeo, Barzana, Bonate Sopra, Bonate Sotto, Brembate Sopra, Mapello, Palazzago, Ponte San Pietro e Presezzo) ha promosso un'approfondita indagine, i cui risultati sono stati illustrati ieri nella sede territoriale della Regione. Una serie di schede raccontano nel dettaglio la situazione del torrente, con un censimento degli scarichi, delle situazioni critiche (dovute, per esempio, all'erosione delle sponde) e delle aree storicamente esondate, che si concentrano soprattutto a valle di Ponte San Pietro, tra Presezzo, Bonate Sopra e Bonate Sotto.

Un capitolo è dedicato allo stato dei ponti: ce ne sono in tutto 49 (30 sul Lesina e 19 sul Bregogna), ma di questi solo dieci risultano adeguati a reggere i livelli massimi di piena calcolati sui duecento anni. Sedici sono invece considerati «insufficienti», e per i 23 restanti si parla di «franco di sicurezza non garantito». Ovvero, in caso di forte piena, l'acqua potrebbe arrivare a meno di un metro dal ponte. «Queste situazioni verranno segnalate a chi ha la competenza diretta su queste infrastrutture, ovvero, a seconda dei casi, Comuni, Provincia o privati», spiega Claudio Merati, dirigente della Sede territoriale della Regione. L'intervento individuato come più importante dallo studio è però un altro: «La realizzazione di una vasca di laminazione nel territorio di Ponte, all'altezza di Villa Mapelli, dovrebbe mettere in sicurezza tutti i comuni a valle di quella zona», calcola l'ingegner Sergio Taccolini, alla guida del team che ha realizzato lo studio. Il progetto preliminare per la vasca è già stato elaborato. Si tratterebbe di due bacini, per una capacità di invaso totale di 250.000 metri cubi. In caso di alluvione, l'acqua verrebbe in parte convogliata nella vasca, permettendo di ridurre la portata di piena da 57 a 30 metri cubi d'acqua al secondo. Passata la fase «acuta», l'acqua raccolta nella vasca verrebbe poi reimmessa nel torrente.

Le vasche sarebbero in realtà due, la prima di 550, la seconda di 450 metri di lunghezza circa. «Per il primo lotto i costi, inclusa l'acquisizione delle aree, sono stati stimati in 2,5 milioni di euro circa – spiega Taccolini –. Il totale dei due comparti avrebbe invece una spesa massima di 6,4 milioni di euro, ma per la seconda vasca si potrebbe anche valutare, anziché l'acquisizione, una convenzione con il privato che permetta di mantenere delle coltivazioni».

Vista la condivisione di massima del progetto, il tema su cui concentrarsi è ora quello economico: «Un milione di euro, più 260.000 per le manutenzioni, sono già previsti – annuncia Merati –. Il 2011 potrebbe essere impiegato per reperire le risorse per l'intero primo lotto. I lavori si potrebbero ipotizzare per il 2012». Gli esperti che hanno redatto l'indagine hanno inoltre prospettato un intervento di recupero dell'alveo di Brembate, ristretto a causa della crescita urbanistica. «La Regione sta intervenendo a difesa del suolo – commenta l'assessore regionale al Territorio, Daniele Belotti –. È in fase di firma, tra l'altro, l'accordo di programma con il ministero dell'Ambiente, che porterà in Lombardia 225 milioni di euro. Dieci saranno destinati alla Bergamasca».

© RIPRODUZIONE RISERVATA