Il futuro dell'ex carcere di S. Agata
Il Circolino chiama i parlamentari

Il complesso di Sant'Agata non è nell'elenco dei beni interessati dal federalismo demaniale. Lo rileva la cooperativa Città Alta che ha scritto ai parlamentari sottolineando la propria preoccupazione per il futuro della cooperativa sociale.

Il complesso di Sant'Agata non c'è nell'elenco dei beni interessati dal federalismo demaniale. Lo rileva la cooperativa Città Alta che ha scritto a tutti i parlamentari sottolineando la propria preoccupazione per il futuro della cooperativa sociale. «In sintesi gli scenari possibili sono due», spiega il presidente Aldo Ghilardi: «Il primo è che il complesso di Sant'Agata passi al Comune, rientrando cioè nell'elenco dei beni oggetto del federalismo demaniale». Dove è rimasto per qualche settimana, salvo poi venire depennato per contrasti tra i livelli regionali (pare sia del Demanio che della Sovrintendenza) sul valore storico dell'immobile.

Il secondo scenario è Sant'Agata bene di valore storico-artistico. Ma qui si arriva al paradosso: «Quindi resta tra i beni dello Stato, e in quanto storico lo facciamo cadere a pezzi? Una decisione va presa, e deve essere risolutiva per il futuro del complesso». La cooperativa gestisce anche il Circolino ed è impegnata in numerose attività a carattere sociale. «Se il bene è storico allora mettiamolo a posto», spiega Ghilardi: come già fatto dalla Coooperativa per i locali dell'ex chiesa che li accoglie.

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