Alberto da Giussano «sì» o «no»
Una statua divide Calvenzano

Continua a far discutere la scultura in ferro di Alberto da Giussano, collocata nell'atrio dell'auditorium di largo XXV Aprile dall'amministrazione comunale di Calvenzano dopo averla ricevuta in dono nel maggio scorso dall'autore, il calvenzanese Alessandro Bigatti.

Continua a far discutere la scultura in ferro di Alberto da Giussano, collocata nell'atrio dell'auditorium di largo XXV Aprile dall'amministrazione comunale dopo averla ricevuta in dono nel maggio scorso dall'autore, il calvenzanese Alessandro Bigatti. Natale Molinari, capogruppo consiliare della minoranza di Lista per Calvenzano, ribadisce la propria convinzione secondo cui il manufatto in questione andrebbe spostato da un luogo pubblico in quanto simbolo di un partito politico; a Molinari si allinea Giuseppe Invernizzi, capogruppo della minoranza del PdL per Invernizzi mentre l'amministrazione comunale è irremovibile: la scultura deve restare al suo posto non avendo connotati politici bensì storici.

“La scultura ci è stata donata - afferma il sindaco Aldo Blini- . Una volta ricevuta, abbiamo scelto di lasciarla dove era stata esposta durante la sagra, cioè nell'atrio dell'auditorium. Se avessimo voluto utilizzarla per scopi politici l'avremmo messa altrove”.

“Nel 2011, nell'ambito dei festeggiamenti per l'unità nazionale –rivela il vicesindaco Fabio Ferla- avevamo peraltro pensato di organizzare una conferenza che spiegasse l'importanza di quelle figure, storiche o leggendarie, che con le loro gesta hanno fatto la storia. Alberto da Giussano e le sue gesta sono talmente radicati nella nostra storia che Giovanni Berchet ha scritto la splendida composizione poetica Il Giuramento di Pontida, Giuseppe Verdi ne ha fatto argomento di una sua opera, Giosuè Carducci ne parla nella Canzone di Legnano, ma soprattutto Goffredo Mameli nel Canto degli Italiani, poi Inno nazionale d'Italia, alla quarta strofa recita Dall'Alpe a Sicilia, ovunque è Legnano, a significare come sia fondante e topico l'episodio per la nostra nazione. Guai a noi se dimenticassimo il passato”.

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