Basta precarietà, anche a Bergamo
si ribellano i «non più disposti a tutto»

Basta precarietà. Basta lavori indecenti. È il «grido» lanciato anche a Bergamo per dire che i giovani che cercano un'occupazione non sono più disposti a tutto. La notte scorsa è scattato un blitz per le vie del capoluogo, dove - dopo quello messo ieri davanti al Donizetti - sono stati affissi manifesti con scritto «Giovani non + disposti a tutto»: sono stati attaccati a insegne come quella dell'Università, alle pensiline dei bus, alla sede dell'Inps, davanti ai giornali.

Quello che è accaduto a Bergamo avviene in tantissime città italiane: su un sito internet e in una pagina di Facebook sono state raccolte storie e racconti di giovani precari o con lavori atipici.

E venerdì a mezzogiorno, davanti al Comune di Bergamo, è stata anche organizzata una conferenza stampa in cui i giovani presenteranno le loro richieste. «Noi siamo - si legge in un comunicato - l'umiliazione che prova chi fa un colloquio e viene valutato da qualcuno che ha la metà delle sue competenze. Siamo l'insofferenza di chi legge annunci in cui si chiedono giovanissima età e lunghissima esperienza. Siamo la rabbia che prova un'intera generazione davanti a centinaia di annunci che offrono lavoro, ma senza la retribuzione. Noi siamo soprattutto la voglia di ribellarci a tutto questo: ai lavori non pagati, ai contratti truffa, agli infiniti master che sembrano una tassa da pagare per trovare lavoro».

Ecco allora perché, aggiunge il comunicato, «stiamo invadendo il web, le strade, i muri, le piazze con la nostra indisponibilità. Mentre il mondo ci dice che dobbiamo essere disposti a tutto, noi invece diciamo NON +».

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