«Ma voi, chi dite che io sia?»

Riportiamo il testo dell’omelia del vescovo monsignor Roberto Amadei nella Messa di inizio dell’Assemblea Sinodale - Chiesa del Seminario, 16 settembre 2006

1. «Ma voi chi dite che io sia?». Questo interrogativo rivolto da Gesù ai suoi discepoli e appena ascoltato nel Vangelo, lo rivolge a noi, alla Chiesa che è in Bergamo soprattutto durante il Sinodo: chi dite che io sia con la vostra vita personale e comunitaria, con la vostra predicazione, con le celebrazioni, le istituzioni, con la presenza nel territorio? Questa domanda vogliamo lasciarla risuonare nella nostra mente e nel nostro cuore e mantenerla sempre viva durante i lavori sinodali. Ci costringe a mettere al centro della nostra attenzione la missione della Chiesa e, quindi, dell’importante realtà ecclesiale che è la parrocchia: vivere, dire e manifestare Gesù Crocifisso e Risorto in modo autentico e significativo per l’uomo di oggi. E il comportamento di Pietro dopo la risposta di fede, atteggiamento che si manifesterà con più evidenza in lui e negli altri apostoli durante la passione e morte in Croce di Gesù, dice la difficoltà nostra nell’accettare la verità sconvolgente di Gesù; sconvolgente perché capovolge le attese umane e l’esperienza religiosa dell’uomo.Siamo perciò sempre tentati di costringere il Signore Gesù nel già conosciuto, nei nostri schemi, nelle nostre attese, pretendendo che sia presente nella storia secondo i nostri progetti. Facciamo fatica nel riconoscerlo, accettarlo, seguirlo presente come Crocifisso Vivente, come amore disarmato, fedele pure quando è tradito, offerto anche a chi lo rifiuta. Amore che non è risposta o soddisfazione dei bisogni, dei desideri e delle attese dell’uomo. Gli interrogativi e le attese degli uomini sono da Lui accolti, corretti, trasformati e aperti su orizzonti inimmaginabili. Ecco perché dobbiamo verificare noi stessi e il vissuto quotidiano delle nostre comunità chiedendoci quale volto di Gesù viene presentato, che cosa possiamo rispondere al suo interrogativo. Verificare e ricercare insieme quali sono le condizioni perché anche l’uomo d’oggi possa essere sollecitato a interessarsi di Gesù Cristo, quindi della bellezza e ricchezza della vita umana, della dignità di ogni persona; perché possa accoglierlo nella sua integrale verità senza scandalizzarsi, e accettare di essere continuamente misurato, illuminato e salvato da Lui crocifisso e risorto. Ricercare e individuare le strade da percorrere perché le nostre parrocchie siano capaci di aiutare e guidare i cristiani a seguire Gesù sulla via della Croce, strada dell’amore incondizionato al Padre e ai fratelli; a seguirlo con gioia perché dona la pienezza dell’esistenza dal Padre regalata in Lui crocifisso all’intera famiglia umana.2. Perché la verifica, la ricerca e le decisioni siano fruttuose per la nostra Chiesa, occorre essere ascolto del Signore Gesù, misura della vita della Chiesa e nello Spirito Santo protagonista della sua storia.2.1 Un ascolto incondizionato del Crocifisso vivente perché unicamente preoccupati di assecondare i suoi progetti sulle nostre parrocchie e non di vedere approvate le nostre scelte e realizzati i nostri sogni. Un ascolto che diviene preghiera di lode e ringraziamento per ciò che il Signore ha operato e sta operando nel cammino della nostra Chiesa; diviene domanda di perdono per le nostre infedeltà, si fa supplica allo Spirito perché apra i nostri cuori alla sua parola anche quando questa sconvolge il nostro pensare e vuole guidarci su strade che non vorremmo percorrere.2.2 Ascolto della realtà concreta della nostra comunità; una realtà diversificata nella partecipazione alle azioni principali della parrocchia, nel modo di pensare l’identità di essa, quindi di stabilirne i compiti, le priorità, i confini. Diversità che emergeranno anche in questa assemblea. Il cammino orientato al nuovo volto della parrocchia e concretamente percorribile sarà il risultato del confronto sereno tra le diverse posizioni e della loro reciproca correzione evitando sogni elitari o assolutizzazioni di punti di vista particolari che dilanierebbero il tessuto ecclesiale e allontanerebbero le riforme possibili. Chiediamo allo Spirito Santo la grazia di saperci ascoltare nel lungo e non facile cammino sinodale. L’ascolto reciproco non sarà agevole sia per il numero elevato dei membri, sia per le diversità delle nostre esperienze e sensibilità. Però è possibile ed è doveroso l’impegno nell’accogliere con stima e disponibilità ciò che lo Spirito Santo vuole dirci anche nelle espressioni che noi giudichiamo modeste. Ascoltare per capire la visione di Chiesa di chi interviene; visione comunque presente nelle nostre comunità e della quale non possiamo non tener conto. Visione che può arricchire la nostra esperienza di fede, il nostro relazionarci a Gesù Cristo, alla sua Chiesa e il nostro modo di interpretare e vivere l’oggi.2.3 Insieme vogliamo ascoltare l’oggi della società con amore carico di attenzione, speranza e fiducia ma anche di critica serena. Ascoltare l’oggi per cogliere, apprezzare e promuovere ciò che realmente arricchisce la visione dell’uomo e rende più umano il cammino dell’intera famiglia umana: sono aperture alla pienezza umana realizzata nel Crocifisso vivente. Perché con Gesù Cristo amiamo l’umanità ascoltiamo, pure, denunciamo e cerchiamo di curare le non poche ferite inferte alla dignità dell’uomo nella cultura, nella prassi economica e politica, nel costume sociale, nelle relazioni familiari, nel rapporto con etnie diverse per storia e religione. Dobbiamo ascoltare con attenzione l’oggi sia perché discepoli di Gesù redentore e modello dell’umanità intera, sia perché la comunicazione della fede (compito centrale della comunità ecclesiale) non è un problema che si possa risolvere esclusivamente all’interno delle parrocchie senza chiedersi com’è il divenire della società, quindi quali sono le radici profonde e le manifestazioni più importanti dei cambiamenti sociali e culturali. Soltanto vivendo l’ascolto di queste diverse realtà ci permetterà di comprendere meglio il Vangelo, d’intravedere con più chiarezza l’orientamento da dare alla vita delle nostre comunità, e di suggerire stili di vita cristiana praticabili e plausibili.3. Nell’ascolto renderemo presente in questa assemblea, nelle preghiere, nell’attenzione, e come interlocutori della nostra ricerca e destinatari del nostro lavoro, i fratelli e le sorelle nella fede responsabilmente partecipi della vita della comunità, gli ospiti saltuari della vita parrocchiale, i battezzati che considerano la Chiesa come una realtà estranea, i fratelli delle altre chiese cristiane, i seguaci di altre religioni e i non credenti. Desideriamo ascoltarli convinti che da tutti possiamo essere aiutati a camminare verso la verità. A tutti diciamo il nostro affetto e la stima sincera e chiediamo loro perdono per le nostre infedeltà al vangelo che hanno appesantito il cammino comune e hanno reso meno credibile il Crocifisso risorto. A tutti vogliamo dire che ci muove un unico desiderio: le nostre parrocchie esprimano sempre più la luce del Crocifisso risorto, e da lui si lascino coinvolgere nel servizio al Padre e a tutti i suoi figli, nostri fratelli.In questo cammino ci sostenga la Madonna, uditrice fedele della parola del Signore, serva gioiosa e generosa del Figlio suo e di tutti noi. Sostengano la nostra speranza le sante e i santi, i beati e le beate della nostra Chiesa. Come ho detto nella celebrazione che ha dato inizio alla fase parrocchiale del cammino sinodale, affidiamo il nostro lavoro e le nostre speranze al beato Giovanni XXIII che nell’ascolto appassionato del Signore e della vita della Chiesa è divenuto ascoltatore attento delle diverse voci umane e capace di aiutare i popoli a ritrovare la strada del dialogo fraterno.Grazie al Signore, grazie a voi, ai molti che ci sosterranno con la preghiera e a chi ha preparato con intelligenza e serenità questa Assemblea.Il Signore sostenga la nostra fragile fede, consolidi la nostra debole speranza in Lui, renda il nostro povero cuore partecipe del suo amore per questa sua e nostra chiesa, per gli abitanti della terra bergamasca.Mons. Roberto Amadei

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