I genitori del Falcone: «Taglio
alle diarie, grave superficialità»

«Una grave superficialità e una dannosa incompetenza pedagogica-educativa». Così i genitori del liceo linguistico Falcone di Bergamo commentano i tagli ministariali che hanno determinato la protesta messa in atto dai docenti dell'istituto in merito al blocco di tutte le gite scolastiche e delle visite di istruzione in Italia e all'estero.

«Una grave superficialità e una dannosa incompetenza pedagogica-educativa». Così i genitori del liceo linguistico Falcone di Bergamo commentano i tagli ministariali che hanno determinato la protesta messa in atto dai docenti dell'istituto in merito al blocco di tutte le gite scolastiche e delle visite di istruzione in Italia e all'estero.

Riuniti in assemblea hanno redatto un documento (nell'allegato) nel quale, sul tema dell'abolizione della diaria agli insegnanti accompagnatori nei soggiorni di studio all'estero, si chiedono come sia possibile - a fronte di note, circolari e dichiarazioni d'intenti nei quali si sottolinea la grande valenza educativa delle gite di istruzione - si agisca poi con scelte che tagliano ogni ponte.

«Che i nostri figli debbano “pagare” lo scotto di una crisi economica che non hanno certo provocato direttamente - dicono i genitori - è già abbastanza triste e vergognoso, ma che l'atteggiamento degli adulti diventi un atto di palese incoerenza educativa e causa di un rallentamento della loro evoluzione sociale e culturale è davvero incredibile».

«Le famiglie sono gli utenti della scuola, come sistema d'istruzione e di crescita formativa, e alle famiglie si chiede da più parti un forte impegno alla collaborazione e al sostegno verso la scuola. Molti insegnanti condividono questa impellente istanza educativa e si sforzano di ampliare l'offerta scolastica giorno dopo giorno, spesso a puro titolo di volontariato ed al di là di ogni riscontro economico: è possibile che proprio su questo fronte sia assolutamente necessario apporre dei tagli economici?».

«Appare anche chiaro - concludono - che, in un mondo in cui si chiede ai giovani di ampliare le proprie competenze linguistiche e culturali, tale limite, e particolarmente in un liceo linguistico, diventi incomprensibile e dannoso.
È, questo, un modo di gestire la scuola e l'educazione dei nostri figli che ci lascia quantorneno perplessi, se non profondamente delusi, che si contrappone alla volontà di molti tra noi che faticosamente cercano di collaborare con l'istituzione scolastica, per arrivare ad una valida azione formativa da parte degli adulti che tentano ogni giorno di porsi al fianco di adolescenti in crescita. Un modo di procedere che rischia di svilire l'azione didattica ed educativa e quotidiana degli insegnanti».

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