Alzano, una ribalta «scientifica»
per recuperare l'ex cementificio

Complessa. Costosa. Grandiosa. È così la sfida per recuperarlo. E il percorso per vincerla è cominciato, non certo in sordina: L'ex cementificio Italcementi di Alzano si è guadagnato l'attenzione della comunità scientifica.

Complessa. Costosa. Grandiosa. È così la sfida per recuperarlo. E il percorso per vincerla è cominciato, non certo in sordina: L'ex cementificio Italcementi di Alzano, oltre che del territorio e della popolazione per cui a lungo è stato punto di riferimento, si è guadagnato l'attenzione della comunità scientifica.

È appena stato pubblicato, infatti, il primo numero 2011 della rivista di architettura «Ananke» diretta da Marco Dezzi Bardeschi: autorità nel settore, è in gran parte dedicata a questa struttura. Non basta: dopo aver riaperto le porte a settembre per alcune visite guidate (una promozionale con le autorità e lo storico dell'arte Philippe Daverio), prosegue il lavoro istituzionale per il rilancio dell'ex cementificio anche in vista dell'Expo 2015.

Per questo gioiello sui generis (fondato nel 1883, chiuso dagli anni '60, la soprintendenza l'ha dichiarato monumento di archeologia industriale nel 1980) sta per essere attivato un tavolo di coordinamento al fine di ripensarne la funzione. A coordinarlo la Provincia che, insieme al Comune di Alzano, alla Regione e alla proprietà (la Tironi spa), studia il processo per avviare una rifunzionalizzazione degli spazi: è stimato che per un recupero servono qualcosa come 30 milioni di euro.

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