Caserma Montelungo, i ricordi dei lettori

«GRANDE ESPERIENZA DI VITA»
Anch'io voglio unirmi ai ricordi di quei giorni passati alla mitica Montelungo; ero del 2° scaglione 90, l'anno degli amari mondiali ed a quel tempo facevo il moviere in porta carraia, ossia registravo quotidianamente gli ingressi e le uscite degli automezzi militari;non che mi esaltasse molto, ma era la mansione che mi era stata affidata e cercavo di adempiere il mio dovere nel miglior modo possibile. Ero al reparto trasmissioni e ho avuto l'avvicinamento perchè due mesi prima di partire mio padre era deceduto e quindi ero contento di prestare il servizio militare nella mia città a pochi minuti da casa (infatti io abito a Mozzo) potendo cosù stare vicino a mia madre la sera, quando si era in libera uscita, anche se non mi dispiaceva stare assieme ai miei compagni. Anzi, spesso succedeva che, anziche' andare a casa, ci trovavamo insieme a mangiare una pizza e poi io facevo un po' da Cicerone illustrando le bellezze della mia città.
Mi ricordo delle «guardie» alla caserma Scotti oppure quando portavamo il rancio alla caserma Flores e mi ricordo anche il giorno in cui ci mandarono a ripulire la Ligobbi perchè sarebbe stata smantellata. Mi ricordo anche che il nostro reparto era senza porte ed anche le camerate ne erano sprovviste, sicchè d'estate andava tutto bene, ma d'inverno quel «piccolo» particolare si notava anche se (beata gioventù) nessuno se ne lamentava.
Il ricordo che ho più vivo, però, è stato quando, ad un mese dal congedo, è scoppiata la guerra in Iraq e siamo partiti a presidiare gli obiettivi cosiddetti «sensibili» ed in particolare io ed altri miei compagni siamo stati trasferiti alla Gilardoni a Mandello del Lario: è stato faticoso, ma è stata anche un'esperienza di vita che ci ha fatto maturare e soprattutto ci ha fatto capire quanto sia necessario «sacrificarsi» per cio' che si ama. Ringrazio per questo in particolare l'allora tenente Lippolis che in questo mi è stato maestro: non lo dimenticherò mai. E' un peccato vedere la mia caserma in questo stato, anche se quando ci passo coi miei figli sono orgoglioso di dire loro che questa è stata la mia casa per quasi un anno e che quel (poco?) di disciplina che ho insegnato loro, un po' arriva anche da lì dentro.
Ora basta perchè mi sto commuovendo... Un saluto a tutti i commilitoni che con me hanno condiviso parte della loro vita ed un ringraziamento particolare alla redazione de L'Eco che mi ha permesso di fare un piacevole tuffo nel passato.
Ciao da Massimiliano Remondini 2°/90.

«AVETE RIAPERTO UN CASSETTO DI RICORDI»
Vi ringrazio per l'articolo inerente la caserma Montelungo, avete riaperto un cassetto pieno di ricordi, 10 mesi passati splendidamente a fare il militare nel lontano 1991. Io bergamasco, a fare il militare nella mia città, a 500 metri da casa (abitavo in via Ghirardelli, una laterale di viale Giulio Cesare), un fortunato sicuramente. Mi ricordo che la maggior parte dei militari era di Bergamo, tra cui personaggi importanti di oggi (Umberto Bortolotti, vari politici e imprenditori). Era una grande famiglia, ci si conosceva tutti, ci si rispettava e ci si aiutava: insomma lo spirito giusto per svolgere il servizio militare obbligatorio senza che pesasse troppo, anche perchè la caserma non era operativa e quindi solo di servizio.
Mi ricordo che c'era tutto: lo spaccio, il parrucchiere, la sala tv, il dottore, gli idraulici, gli elettricisti, i meccanici. Io ero un autiere, ancor più fortunato perchè guidare nella propria città non ha prezzo!!
La caserma era tenuta bene, pulita e ordinata con grandi spazi ovunque. Mi ricordo perfettamente la disposizione di ogni cosa. Bei ricordi, bei tempi... Peccato che il servizio militare non sia più obbligatorio, perchè a me ha insegnato parecchio: ordine, disciplina, rispetto, gerarchie, indipendenza, condivisione, relazione, responsabilità. Tutte cose che mi sono servite e mi serviranno nella vita.
I giovani di oggi hanno parecchie mancanze e lacune caratteriali. Un anno di naja gli farebbe bene.
Grazie ancora
Alpino Matteo Pagnoni
Scaglione 4°/91

OGNI VOLTA CHE PASSO DAVANTI MI SI STRINGE UN PO' IL CUORE
Mi chiamo Lorenzo Ghirardini, nativo di Grumello del Monte, residente a Chiuduno: ho fatto il militare alla Montelungo scaglione 5/83 vicino a casa perché orfano di padre, sono stati mesi impegnativi, ma importanti.
Ho incontrato persone di varie regioni, con problematiche di ogni genere, c'erano ragazzi del Sud che vivevano una vita difficile e con un tasso di scolarizzazione basso, ma quell'anno credo che abbia permesso ha tutti di migliorarci e di scoprire le differenze ma anche la voglia di aiutarsi.
È stato un anno di sacrifici, la cosa bella è stata (a differenza degli alpini) di non subire quella stupida cosa che era il nonnismo: alla Montelungo vigeva il grado e le regole, e le regole sono sempre una grande prova di democrazia, a due giorni dal congedo facevo la fila alla mensa e avevo i capelli corti e la mimetica in ordine.
Non mi sono mai annoiato, ho avuto una preparazione militare intensa, dovevamo prepararci per andare in Libano, (proprio in questi giorni vediamo quanto i nostri militari fanno per la pace), in quel periodo la caserma era operativa /punitiva, pulita in ordine e non mancava niente, ci si alzava alle 5 del mattino e per i primi 6 mesi per 2 volte alla settimana si andava a Basella a fare esercitazioni con gli M113 fino alle 23 di sera. Ho fatto un mese ad Altamura in  Puglia: siamo arrivati non c'era niente e dovevamo costruire in un ex campo di concentramento una sorta di caserma, un esperienza unica, poi  la polveriera a Mantova di 2 settimane con diverse incursioni controllo in piena notte,  campo a Turbigo con i Leopard, impressionante, e tante esercitazioni in Val di Dadi sopra Clusone, con uno sbarco in elicottero. Sarei dovuto andare anche in Sardegna campo Teulada,  ma dovevo presenziare a diverse parate, essendo alto me le sono fatte tutte (cambio dei generali etc….)
È stata dura i primi 6 mesi con il capitano Landriani mi ha fatto quasi schiantare, ma questa prova mi è servita per temprarmi, poi ho trovato uno squisito  comandante di Compagnia il capitano Tonarelli , il sottotenente D'Ostilio e il sergente Schiera veramente bravi, con loro ho passato bellissimi momenti.
Il maggiore Ardito era l'immagine della forza e il comandante di battaglione tenente colonnello Luciani, mi sembra si chiamasse, era una persona severa, capace ma umana, mi ricordo una sera (pensate che pur essendo di Bergamo, tante sere rimanevo in caserma con i miei commilitoni) mi disse: ricordati Lorenzo che la naia non sono questi 12 mesi ma la vita, quella sarà la naia e aveva ragione, la vita con le gioie e le difficoltà è la naia.
Cosa volete ogni volta che passo davanti mi si stringe un po' il cuore, un po' vederla così malandata non mi piace e un po' mi riaffiorano i ricordi.
Il militare obbligatorio è stato per me una cosa positiva e forse se fatto con un criterio più mirato e costruttivo sarebbe utile ancora anche oggi, sembra fuori tempo ma alle nuove generazioni forse un anno di militare serio farebbe bene per dare un po' di nervo e mettere alla prova dando la possibilità di trovare un autonomia di vita che un po' manca a questi giovani, io oggi ho un azienda che volutamente ho voluto creare con tutti ragazzi dai 18 anni in su, media 25. E confermo che a volte il rapporto e la crescita in azienda in parte è dovuta anche alla mia esperienza di quell'anno di “naia”.
Sono fiero di aver servito la patria, ogni tanto guardo il mio basco e sono fiero, e mi commuovo se sento il silenzio….e guardo con orgoglio la bandiera….
Come detto sono un imprenditore che sta soffrendo questa crisi/cambiamento e purtroppo non vedo molto positivo come stiamo portando avanti questa nostra Italia. Speriamo che qualcosa cambi e che ci sia un programma serio e incisivo che ci porti fuori da questo guado.
Vi ringrazio, saluti
Lorenzo

È COME SE UN PEZZO DELLA MIA VITA FOSSE CADUTO IN ROVINA
Ci passo spesso davanti spostandomi per la città e ogni volta che la guardo nella sua silenziosa imponenza mi vengono in mente i giorni trascorsi all'interno a svolgere il servizio militare.
Sì il 1984 è lontano ma i ricordi sono vivi nella mia mente, mi ricordo che quando arrivai dal Car erano ancora presenti alcuni "reduci" dal Libano e io, spina freschissima, li ammiravo per il coraggio.... Poi è stato un crescendo di esperienze e di emozioni indimenticabili insieme a ragazzi provenienti da ogni provincia italiana che come me avevano i loro sogni e i loro ideali.
Mi ricordo la "stanza dei bergamaschi" della 4ª compagnia, una stanza di soli bergamaschi da molti anni con i "nonni" che da noi "spine" volevano solo che la tradizione della stanza si tramandasse nel futuro, e gli amici con cui ho condiviso ogni istante.
La Cara Montelungo mi ha permesso di conoscere tanta gente di cui conservo un ricordo indelebile, sopratutto il servizio militare mi ha fatto diventare un uomo insegnandomi il rispetto nei confronti delle leggi e delle autorità ma sopratutto il rispetto verso gli altri.
Ricordo con particolare piacere la prima vigilia di Natale trascorsa in caserma con i miei parenti: cerimonia semplice ma molto sentita che ho ripetuto per molti anni dopo il congedo tornando a salutare ogni volta che potevo la "mia" caserma riconoscendo  nello sguardo dei soldati presenti il mio stesso sguardo di allora.
Oggi vederla in queste condizioni da dispiacere: è come se un pezzo della tua vita fosse caduto in rovina.
Bruno Arsuffi
7/84
 

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