Profughi all'ostello di Camerata
«Il Comune non li vuole più»

«Preoccupazione tra la popolazione». Con questa motivazione il Comune di Camerata Cornello (su sollecitazione del gruppo di minoranza) avrebbe invitato i gestori dell'Ostello dei Tasso a non accettare nuovi profughi. Ora ci sono 21 extracomunitari.

«Preoccupazione tra la popolazione». Con questa motivazione il Comune di Camerata Cornello (su sollecitazione del gruppo di minoranza) avrebbe invitato i gestori dell'Ostello dei Tasso a non accettare nuovi profughi e a trovare il modo per allontanare quelli attualmente ospiti.

La vicenda: da circa quattro giorni, all'Ostello dei Tasso (di proprietà comunale) sono ospiti 21 extracomunitari (tutti maschi, dai 19 ai 25 anni), provenienti da Ghana, Niger e Burkina Faso, approdati a Lampedusa e da qui a un successivo centro di accoglienza a Milano.

«Li abbiamo accolti - dice Maurizio Colleoni, della cooperativa dell'Ostello dei Tasso - su esplicita richiesta del Comune, dopo che, anche al nostro interno non tutti erano favorevoli». Ma, a quanto pare, sono stati sufficienti pochi giorni di permanenza per sollevare la bufera.

A partire dal Consiglio comunale di domenica mattina. Con la minoranza che presenta una mozione. «L'ostello è una struttura turistica non un centro di accoglienza - dice Alex Galizzi in un comunicato stampa del gruppo - e non è adatta, come non lo è il paese, per un'accoglienza di questo tipo. L'arrivo dei "profughi" o forse addirittura di "immigrati irregolari" sta, a nostro parere, preoccupando».

Stando a quanto è stato possibile sapere, quindi, il primo cittadino avrebbe contattato l'Ostello. «Tramite lettera - dice Colleoni - ci è stato chiesto di non ospitare più altri stranieri e, nel giro di pochi giorni, di trovare un'altra sistemazione per quelli già presenti».

«Non ci sono né delinquenti né clandestini - dice Colleoni -, solo cittadini con regolare autorizzazione a restare in Italia, alla ricerca di lavoro e un futuro migliore. Accoglierli è stato un dovere civile. Comunque, gli stessi ospiti hanno manifestato la volontà di avvicinarsi alla città, per lavoro e per lo sviluppo delle pratiche».

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