Il cadavere ripescato nell'Adda
La fede nuziale chiarisce il giallo

Anche se l'esame del Dna non permette di dire l'ultima parola, l'identificazione del cadavere recuperato nell'Adda ha subìto una svolta con il ritrovamento di una fede nuziale: non c'è ancora certezza assoluta, ma dovrebbe trattarsi di un 55enne di Usmate.

Anche se l'esame del Dna non permette di dire l'ultima parola, l'identificazione del cadavere recuperato nell'Adda domenica scorsa ha subito una svolta grazie al ritrovamento di una fede nuziale.

Ora la certezza assoluta che il cadavere rinvenuto nelle acque dell'Adda domenica pomeriggio appartenga a Francesco Eugenio Magni, 55enne di Usmate Velate, non c'è ancora. Tuttavia, il ritrovamento all'anulare sinistro della fede nuziale, all'interno del quale si legge il nome della moglie Enrica e la data delle nozze, non lascerebbero dubbi sull'identità dell'uomo ripescato dai sommozzatori nelle acque dell'Adda tra Medolago e Paderno.

La vicenda, che sta tenendo con il fiato sospeso la comunità di Casatenovo, nel Lecchese, dove la moglie gestisce l'edicola di Rogoredo, e quella di Usmate Velate, dove risiede la famiglia, pare essere giunta a una tragica svolta. Anche se soltanto l'esame del Dna del cadavere, confrontato con quello di uno dei familiari, potrà fornire la prova inconfutabile che permetterà di chiudere il caso.

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