Il vescovo per Sant'Alessandro:
«Con gratuità vicino ai bisognosi»

Si è celebrata la Messa  presieduta dal vescovo Beschi in occasione della festa di Sant'Alessandro. «Proprio perché ci diciamo e vogliamo essere cristiani - ha detto - coltiviamo tra noi segni dalla gratuità dei nostri gesti».

Si è celebrata intorno alle 10.30 di venerdì 26 agosto la Solenne Messa  presieduta dal vescovo Francesco Beschi in occasione della festa del patrono di Bergamo, Sant'Alessandro. Una festa molto sentita dalla città: numerosi i fedeli che hanno riempito il Duomo di Città Alta e che hanno ascoltato le parole del vescovo di Bergamo. «La celebrazione del Santo Patrono diventa un'occasione che investe anche la città nel suo insieme e quindi gli uomini e le donne che da credenti, ma anche non credenti, formano la città - ha detto monsignor Beschi durante la sua omelia -. Da sempre la celebrazione del Santo Patrono non è qualche cosa che si conclude all'interno della comunità cristiana ma si propone, anzi, diventava motivo di identificazione di tutta intera la città».

«Vogliamo allora raccogliere dalla Parola del Signore, dalla testimonianza di S. Alessandro e dai martiri contemporanei - ha continuato monsignor Beschi -, questo appello al dono generoso, alla gratuità». Un concetto caro al vescovo che spiega: «Proprio perché ci diciamo e vogliamo essere cristiani coltiviamo tra noi segni, esperienze contrassegnate dalla gratuità del gesto, dal superamento dell'interesse personale, dall'attenzione che non aspetta riconoscimento e riscontro».

Monsignor Beschi parla quindi del valore della famiglia, «che vive d'amore e quindi di gratuità, di gesti che vengono offerti».

Il vescovo parla del valore della famiglia e delle difficoltà che la famiglia deve sostenere in questo momento di grande crisi del lavoro e dell'economia: «Viviamo un tempo severo, lo chiamiamo tempo di crisi, di crisi economica e il tema dell'occupazione del lavoro continuamente ci preoccupa. Con la crisi finanziaria, i cui risvolti ricadono poi anche nella vita della più piccola e modesta delle famiglie. Crisi i cui risvolti investono la nostra stessa convivenza civile e sociale. Sappiamo che una delle ricadute che sta avvenendo in termini preoccupati e preoccupanti, investe tutto ciò che va sotto il nome di spesa sociale. E a volte l'incidenza, la riduzione, di questo impegno diventa tale da avere delle conseguenze molto pesanti proprio nella vita dei più deboli e dei più poveri. Cari fratelli e sorelle se è verissimo che noi siamo chiamati in nome della libertà a valorizzare il principio di sussidiarietà, per cui ogni soggetto va riconosciuto in tutte le sue potenzialità, non possiamo assolutamente evocare questo criterio per dare un alibi, rispetto ai doveri di solidarietà che ciascuno e nella società nel suo insieme, e il modo di concepire la società nella forma dello Stato si deve dare. Giustizia e gratuità sono autentici investimenti sociali».

Il discorso integrale del vescovo Beschi, qui allegato, sarà pubblicato anche su L'Eco di Bergamo del 27 agosto.

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