Le tappe della vicenda

LE TAPPE DELLA VICENDA

26 novembre 2010

Nel tardo pomeriggio Yara Gambirasio scompare nel nulla. Esce di casa alle 17,15 per portare uno stereo portatile alle compagne del corso di ginnastica ritmica al centro sportivo di Brembate Sopra. Segue l'allenamento per circa un'ora, saluta e se ne va. Da quel momento non la vede più nessuno.

27 novembre
Scattano le ricerche, si verificano anche le tracce lasciate dal telefonino di Yara, le «celle» occupate durante le chiamate. L'ultima chiamata risale alle 18,55 del 26 novembre. Il segnale è stato captato da un'antenna nella zona nord di Brembate Sopra. L'allontanamento volontario viene scartato: Yara è una tredicenne senza grilli per la testa. La Procura apre un fascicolo per sequestro di persona, ma esclude il movente dell'estorsione.

28 novembre

Un centinaio di persone interrogate ma ancora nessuna traccia di Yara. Ricerche ovunque, anche nei pozzi.«Torna Yara torna» è l'appello accorato che si legge in molti post sui gruppi spontanei nati in Facebook per far girare la fotografia di Yara Gambirasio e allargare la ricerca a più persone possibile in cerca di testimonianza o di qualcuno che possa aver visto la ragazzina di 13 anni scomparsa venerdì sera.

29 novembre
Uno dei cani del Soccorso alpino porta le squadre di ricerca vicino al cantiere dell'ex Sobea a Mapello, dove è in costruzione un centro commerciale. Viene sequestrato e analizzato un deposito di attrezzi, ma non si trovano riscontri concreti. Nel frattempo spuntano i primi (e unici) testimoni, che riferiscono di aver visto due persone sconosciute la sera della scomparsa in via Rampinelli.

30 novembre
Un giovane vicino di casa aveva raccontato ai giornalisti di aver visto Yara Gambirasio parlare con due uomini la sera in cui è scomparsa. Ma gli inquirenti hanno verificato che il racconto è privo di fondamento.

4 dicembre
Nella chiesa parrocchiale di Brembate Sopra tutto il paese di riunisce per la veglia di preghiera per Yara e per la sua famiglia. Il mistero regna ancora fitto, ma la speranza speranza è quella che le ricerche diano esito positivo e la gente del paese si stringe una volta di più intorno alla famiglia.

5 dicembre
Un marocchino di 23 anni, Mohammed Fikri, di Montebelluna, viene fermato dai carabinieri mentre è già in viaggio verso il Marocco su una nave salpata da Genova. Dopo due giorni viene rimesso in libertà. Alla base delle accuse un errore di traduzione nelle intercettazioni: la frase a lui attribuita, «Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io», viene ritradotta così: «Allah, fa che risponda».

10 dicembre
Si tiene l'unica conferenza stampa degli inquirenti. «Non c'è una pista prevalente, lavoriamo per riportare a casa Yara viva», dice il procuratore aggiunto Massimo Meroni.

11 dicembre
Il padre di Yara, Fulvio Gambirasio, smentisce l'ipotesi di ritorsioni nei suoi confronti: «Non ho nemici». Una sofisticata apparecchiatura, il georadar è messa a disposizione dal Ros di Roma per dare un aiuto agli inquirenti

15 dicembre
Interviene l'Ordine dei giornalisti: “Grande preoccupazione sulle modalità con le quali il mondo dell'informazione ha seguito la vicenda dell'omicidio di Sarah Scazzi e la scomparsa di Yara Gambirasio di Brembate Sopra. Il diritto di cronaca non può e non deve sconfinare mai nel voyeurismo, nel mancato rispetto della dignità delle persone e del decoro professionale, in nome della ricerca esasperata dell'audience”.

21 dicembre
La mamma di Yara, Maura Gambirasio, interviene per spiegare che Yara non aveva appuntamenti segreti quella sera: «Le dissi io di portare lo stereo in palestra dopo i compiti»

22 dicembre

La Scientifica della polizia esamina palmo a palmo via Morlotti, la strada che conduce dal centro sportivo verso casa di Yara. È qui che, ancora, si stanno focalizzando le indagini.

28 dicembre
A un mese dalla scomparsa, i genitori di Yara, Maura e Fulvio, si presentano davanti alle telecamere per lanciare un accorato appello agli ipotetici rapitori di Yara, chiedendo di farla tornare a casa: «Siamo convinti che sia viva. Imploriamo la pietà di quelle persone che la trattengono: rispolverate in voi un sentimento di amore, restituiteci il sorriso di Yara, non meritiamo tutto questo».

8 gennaio

A L'Eco di Bergamo arriva una lettera anonima che annuncia che il corpo di Yara è nel cantiere di Mapello. È la prima di una lunga serie di messaggi, suggerimenti, previsioni, preveggenze, diffuse anche sui siti internet.

15 gennaio 2011

Ogni giorno le ricerche continuano senza sosta. Gli uomini della Protezione civile, delle forze dell'ordine, i volontari, sono impegnati a 360° alla ricerca della minima traccia. Ogni segnalazione viene considerata. Ma allo stesso tempo si moltiplicano false notizie, vengono coinvolte persone che nulla c'entrano con l'inchiesta. Per questo il sindaco di Brembate Sopra Diego Locatelli, a nome dei genitori, chiede il silenzio stampa «per dar modo agli inquirenti e alle forze dell'ordine di svolgere l'attività investigativa con maggiore serenità e tranquillità».

26 febbraio
E' la fine delle speranze. Il corpo senza vita di Yara Gambirasio viene trovato in un campo a Chignolo d'Isola.

27 febbraio
Entra in scena l'antropologa forense Cristina Cattaneo. Sarà lei a condurre i rilievi sul luogo del ritrovamento e l'esame autoptico.

Marzo-Maggio: gli esami sul corpo di Yara sono lunghi e meticolosi. Si esclude la violenza sessuale ma sulle cause della morte non sembrano esserci certezze: si parla di colpi con un attrezzo da muratore, di strangolamento. Si ipotizza che l'assassino l'abbia abbandonata ferita nel campo e che la ragazzina sia poi morta dissanguata o di freddo.

3 marzo
I legali di Mohammed Fikri, il marocchino incarcerato e poi rilasciato nell'ambito delle indagini sulla scomparsa di Yara Gambirasio, presentano ricorso alla Corte di Cassazione contro la convalida del fermo a cui era stato sottoposto.

28 maggio
Il feretro di Yara Gambirasio lascia la camera ardente nella casa di riposo Serena di Brembate Sopra per essere trasportato al palazzetto dello sport dove il vescovo mons. Francesco Beschi presiede i funerali. Maxischermi fuori dalla struttura.

15 giugno

Gli investigatori isolano una traccia di dna maschile sugli slip della ragazza che, a differenza degli altri tre già esaminati, non sarebbe suscettibile di contaminazione casuale. Dunque un elemento altamente indiziario. Nei mesi precedenti sono stati raccolti migliaia (chi dice 2500, chi 4000) di profili genetici.

1 agosto
Proroga di dieci giorni per la relazione conclusiva dell'autopsia eseguita sul corpo di Yara.

27 ottobre
Una targa in memoria viene scoperta a Bergamo al parco Turani, nel quartiere di Redona. Sulla targa la frase: “Nel sorriso di chi nasce e di chi cresce c'è la fiducia negli altri e nel domani. In memoria del sorriso di Yara Gambirasio”. Anche il Consiglio d'istituto della media Maria Regina delle Orsoline di Somasca, con insegnanti e genitori, in accordo con la famiglia Gambirasio intitolerà la palestra della scuola che frequentava la tredicenne. L'intitolazione con una targa e poche parole: “dedicato a Yara”

3 novembre
Il pubblico ministero Letizia Ruggeri che coordina le indagini smentisce presunti scoop o rivelazioni sull'inchiesta. Chiarisce che i prelievi di dna per risalire all' assassino di Yara continuano, perchè al momento non sono state trovate "corrispondenze genetiche in grado di ridurre in modo decisivo il campo delle indagini".

IL DNA DELL'ASSASSINO

Tralasciando in questa sede ogni approfondimento relativo all'esame autoptico e a scoop e bufale che si sono rincorsi in questi mesi su giornali e tv, ci pare che la vera novità riguardi il Dna trovato sugli slip della ragazzina; un Dna - definito «fortemente indiziario» dagli stessi investigatori (perché difficilmente suscettibile di contaminazione) - che potrebbe essere analizzato anche dall'Fbi: la polizia federale americana dispone infatti delle strumentazioni più all'avanguardia per l'analisi dei profili genetici. E proprio l'Fbi potrebbe aggiungere a quanto già scoperto dal Ris (ovvero che il Dna sugli slip è di un uomo, al 60% di razza caucasica e al 40% dell'Est Europa) altri, importanti particolari utili a stringere il cerchio attorno all'assassino. Per esempio il colore degli occhi o dei capelli, ma anche, approssimativamente, l'età.

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