Pirovano si dimette da parlamentare
«A Roma maggioranza bulgara»

Ettore Pirovano ha presentato le sue dimissioni da parlamentare. Dopo vent'anni sceglie via Tasso «per rispetto verso gli elettori» e contesta l'attuale maggioranza: «sta facendo cose che neanche Mussolini è riuscito a fare».

Ha anticipato la decisione che la Giunta delle elezioni della Camera potrebbe prendere ma, «dato che l'iter sarà lungo», il presidente della Provincia di Bergamo Ettore Pirovano ha fatto la sua scelta. Con una lettera, «scritta già a novembre» afferma lui, ha presentato le sue dimissioni da parlamentare al presidente della Camera Gianfranco Fini. La lettera è stata consegnata martedì 6 dicembre e ora Pirovano attende che il presidente Fini si esprima.

«Non volevo attendere la decisione della Giunta sull'incompatibilità tra la carica di parlamentare e quella di presidente della Provincia - ha detto Pirovano annunciando le sue dimissioni in una conferenza stampa in via Tasso nella tarda mattinata di mercoledì 7 dicembre -: per questo motivo ho anticipato un iter che si prospetta lungo».

Pirovano ha anche spiegato di aver optato per la sua carica in Provincia, «perchè qui c'è più possibilità rispetto a Roma di fare bene e per rispetto dei miei elettori». Tra Senato e Camera, Pirovano ha ricoperto il suo ruolo politico a Roma per una ventina d'anni e sempre all'interno della Lega. «Vent'anni in cui si è lavorato tanto e con orgoglio e fatica - ha detto -. Ci sono stati anche momenti di frustrazione, quando abbiamo dovuto dire di sì pur non essendo d'accordo, ma questo è aspetto di democrazia e di alleanza. Elementi che non vediamo ora: con questa maggiornaza quasi bulgara - continua Pirovano - sono passate cose con neanche Mussolini era riuscito a fare». Pirovano si riferisce nello specifico all'articolo 23 della manovra: «Smantellare le provincie non ha senso e non è motivo di risparmio, come si vuol far credere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA