Abbatterono una volpe malata
A processo: assolti gli agenti

Il Tribunale, con una recente sentenza, ha ritenuto legittimo il comportamento di due agenti della polizia provinciale coinvolti in un procedimento per l'abbattimento di una volpe affetta da rogna sarcoptica. Pirovano: «Furono sottoposti a una pressione intollerabile».

Il Tribunale di Clusone, con una recente sentenza, ha ritenuto legittimo il comportamento di due agenti del Nucleo ittico venatorio della polizia provinciale, Michele Perego e Siro Giacomo Morelli, coinvolti in un procedimento connesso all'abbattimento di una volpe affetta da rogna sarcoptica: gli agenti sono stati assolti perché il fatto non sussiste.

«Sin dall'insediamento della nostra giunta – spiega il presidente Ettore Pirovano – abbiamo seguito con attenzione la vicenda garantendo il necessario supporto agli agenti della polizia provinciale coinvolti, nella consapevolezza che il loro operato fosse legittimo e guardando con fiducia all'azione dell'autorità giudiziaria».

«Leggendo ora gli articoli di stampa di quel periodo - prosegue - mi rendo conto di come gli agenti siano stati sottoposti a una pressione intollerabile, senza la possibilità di difendersi. Ciò nonostante, hanno risposto con la professionalità che li ha sempre contraddistinti e con la serenità di chi sapeva di aver compiuto esclusivamente il proprio dovere. Ora che la vicenda è stata definitivamente chiarita, torno a rinnovare la fiducia, mai venuta meno, nel lavoro dei due agenti e in tutto il corpo di polizia provinciale».

«Quello che la polizia provinciale svolge quotidianamente, a garanzia della sicurezza del territorio e dell'ambiente, è un lavoro difficile. Apprezzo la passione che tutti, dagli agenti agli ufficiali, ci mettono e la loro capacità di assumersi sempre la responsabilità delle azioni che compiono – commenta l'assessore Fausto Carrara -. Voglio ricordare che per la Provincia e per il corpo di polizia provinciale in particolare, tutelare la fauna è una delle finalità principali, testimoniata dalle centinaia di animali recuperati ogni anno sul territorio bergamasco. L'obiettivo è quello di proteggere sempre al meglio la fauna e per questo esiste una stretta collaborazione con vari enti anche al di fuori del territorio come, ad esempio, l'Istituto di Protezione dell'Ambiente di Bologna».

«Non posso quindi che essere soddisfatto - aggiunge - per un provvedimento che ridà la giusta serenità agli agenti, ai loro familiari e al Corpo di Polizia provinciale. Una sentenza che afferma la correttezza dell'azione di chi, di fronte a un animale gravemente malato e senza possibilità di cura, nell'ambito della necessaria discrezionalità operativa e in attuazione di uno specifico protocollo, ha deciso per l'abbattimento».

La storia: la ricostriuzione della Provincia
L'episodio cui la sentenza fa riferimento risale al marzo del 2008 quando, a seguito di una richiesta giunta alla sala operativa della polizia provinciale, una pattuglia del Nucleo ittico venatorio venne inviata a Gandellino, dove era segnalata la presenza di una volpe debilitata.

Giunti sul posto, gli agenti avevano constatato che l'animale recava vistosi segni di rogna, una patologia causata da un acaro sotto cute, trasmissibile agli animali selvatici, domestici e all'uomo e che comporta sofferenza per l'animale.
La volpe era ormai in fin di vita, giudicata non curabile né recuperabile dai due agenti che ne decisero l'abbattimento. Nel caso specifico, lo stato di debilitazione fisica era palesato anche dal fatto che un animale dal comportamento spiccatamente elusivo come la volpe non si era allontanato dal luogo dove era stata collocata.

La valutazione degli agenti di non recuperabilità dell'animale è stata avvalorata dal dibattimento che ha evidenziato come le condizioni fisiche dell'animale «moribondo» fossero di «estrema compromissione».

Dopo l'abbattimento, la carcassa venne regolarmente inviata all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Bergamo per gli esami sanitari che hanno confermato la presenza della rogna sarcoptica estesa in tutta la regione del dorso, dal collo sino alla coda. Da più approfonditi esami, condotti nel corso del procedimento, non sono state riscontrate lesioni o fratture sul corpo dell'animale.

I due agenti, nello specifico caso, avevano inoltre attuato un protocollo tecnico, stipulato tra il corpo di polizia provinciale e l'Istituto nazionale della fauna selvatica, che prevede il controllo numerico di varie specie, tra cui la volpe, e uno specifico intervento per il monitoraggio dello stato sanitario della volpe nella Zona faunistica delle Alpi, dove è situato il Comune di Gandellino. Complessivamente il protocollo prevedeva l'abbattimento di 120 volpi nel triennio sull'intero territorio provinciale.

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